(A.Catapano) «Dottore, è andata bene? Davvero? Posso stare tranquillo?». Si fa per dire, ora lo attende un percorso duro, faticoso, lunghissimo. Però sì, l’intervento a Nicolas Burdisso è riuscito, un’ora e cinquanta sotto i ferri per trattare la rottura del legamento posteriore, ridurre la frattura del piatto tibiale e suturare i menischi. «Siamo soddisfatti — dice ilprofessor Cerulli, che lo ha operato a Villa Margherita con il medico dell’Argentina Martinez e il responsabile sanitario della Roma Gemignani —: la lesione è particolare perché comprende sia i legamenti che l’osso. Tempi di recupero? 6-7 mesi, ci vuole un po’ perché la frattura consolidi e il legamento guarisca. Ma la sua volontà di guarire potrà influire sui tempi di recupero». Tempi lunghi In realtà, Burdisso, d’accordo con i medici, ha già dato appuntamento alla prossima stagione: la frattura del piatto tibiale rende più complicata la fase di riabilitazione. Per tre settimane il giocatore dovrà restare immobile, e per tre mesi non potrà caricare il ginocchio. Perciò, l’obiettivo realistico è riaverlo a disposizione a luglio per il ritiro. «Torna presto guerriero, siamo tutti con te», anche lo speaker dell’Olimpico ieri lo ha omaggiato. Da oggi per lui comincia la fase-2. Dovrà essere forte, soprattutto mentalmente, quando arriveranno gli inevitabili momenti di sconforto. Lo aiuterà tornare in Argentina per trascorrere delle lunghe vacanze di Natale. Nel frattempo, la Roma dovrà schiarirsi le idee in tempo per gennaio. «Valuteremo se tornare sul mercato», dice il d.s. Walter Sabatini. «A gennaio completeremo la squadra», assicura l’a.d. Claudio Fenucci.