(G.Padovan) Non so quanto e come il caso-Osvaldo possa influire sul prossimo mercato in uscita della Roma e in entrata di qualche altro club (per esempio la Juve), ma credo che qualcosa si sia rotto nel rapporto di fiducia tra Zeman e il calciatore.
La mancata presenza di Osvaldo alla trasferta americana non solo non poteva essere derubricata a licenza di allungamento ferie, ma sarà censurata come merita sia dai dirigenti che dall’allenatore. Il quale trarrà conclusioni drastiche dal comportamento di uno che, al contrario di De Rossi, è sempre stato un suo pupillo. Eppure Osvaldo, al pari di De Rossi, era già stato punito nel recente passato con la retrocessione in panchina per non aver lavorato come il copione degli allenamenti esigeva.
La differenza, tra lui e De Rossi, è che mentre il centrocampista ha capito, si è adeguato, sfoggiando comportamenti esemplari sia in campo che fuori di esso, Osvaldo continua a essere lo stesso di sempre.
Non solo, infatti, si è fatto espellere per un’inammissibile gomitata in Coppa Italia, beccando tre turni di squalifica, ma a questo ha aggiunto le defezione negli Stati Uniti, dove i compagni sono andati per ragioni di rappresentanza e, anche, per svolgere al meglio una parte di preparazione. Puerile, per non dire infantile, la ragione addotta: l’influenza. Certificata da tanto di documentazione, come se si trattasse di una patologia rilevante.
Ciò significa che Osvaldo non solo salterà Napoli (il posticipo di domenica sera) e la Coppa Italia (è squalificato), ma resterà seduto in panchina per almeno altre tre o quattro partite.La legge di Zeman è implacabile. Non nel senso che sia forzatamente punitiva, ma essa non può prescindere dai comportamenti. E quelli relativi all’impegno negli allenamenti sono i più importanti. Figurarsi come può essere interpretata una latitanza per futili motivi, cioè l’allungamento delle vacanze.
E a meno che, dietro tutta questa pantomima, non ci sia una strategia di rottura, sono pure convinto che il valore stesso di Osvaldo ne esca ridimensionato. Quale può essere, infatti, la società che si fida di un calciatore così banale da inventarsi malattie curabili con un’aspirina pur di sottrarsi al proprio dovere? Ci pensino gli eventuali compratori di Osvaldo. La professionalità è come il coraggio: se uno non ce l’ha, non se la può dare.
Fonte: tuttomercatoweb.com