C’è sempre lui al centro della Roma, anche con un principio di influenza che di certo non l’aiuta. Ma la faccia è tranquilla: espressione convinta e conciliante mentre attraversa il muro di tifosi che lo aspettano alle porte del treno per Napoli. «C’è solo un capitano…» il coro più amato e ripetuto, quello che sovrasta qualsiasi altro commento o espressione di stupore. La gente chiama Totti: «Francesco! Francesco!». Lui si concede, tra un autografo e una foto, però ha anche fretta di raggiungere l’albergo per riposarsi quanto più possibile in vista di una partita importante. All’ultima tappa di uno dei suoi migliori gironi di andata il numero dieci giallorosso arriva con un paio di problemini.
La Roma, come tante altre volte è accaduto negli ultimi vent’anni, gli gira intorno, sia sul campo che fuori. Perché se quando c’è la partita Totti diventa il vero e proprio regista di un meccanismo comunque ben funzionante, fuori il gruppo gli si affida scegliendolo come simbolo e primo rappresentante, nel bene e nel male ovviamente. A Napoli Totti rirenderà anche la caccia al gol numero 222 in campionato: il secondo posto della classifica dei marcatori di serie A di tutti i tempi è lì, a sole quattro reti, occupato da Nordahl a quota 225.
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Fonte: Corriere Dello Sport