(A. Austini) – Zeman non cambia il suo credo e la vigilia dell’insidiosa trasferta di Catania, con l’attacco in piena emergenza e il rischio di perdere anche Totti, accende il dibattito tra numeri e filosofia «Continuo a dire che gli equilibri – spiega Zeman – stanno nella differenza reti. La seconda squadra del campionato (la Lazio, ndr) ha un saldo tra gol fatti e subiti peggiore del nostro, io sono soddisfatto così». Contento lui… «Se una squadra – sottolinea il boemo – vince 1-0 va bene, invece se una partita finisce 3-2 si dice che la difesa non funziona. Siamo troppo sbilanciati con Pjanic e tre punte? Il Barcellona di Pjanic in campo ne ha sei». L’unico dato incontrovertibile è la posizione in classifica. «Dobbiamo provare ad arrivare terzi – riconosce l’allenatore – nel girone d’andata sul piano del gioco s’è visto che possiamo competere con tutti. I risultati non sempre hanno corrisposto alle nostre prestazioni. Spero che troveremo la continuità nel punteggio e nei 90 minuti: a volte molliamo per 5 minuti e ci succedono i guai. Il problema della nostra crescita per me è solo mentale: bisogna applicarsi di più, specialmente la domenica. Personalmente mi rimprovero solo di non aver soffiato su quei palloni che dovevano finire in porta».
Ma la conferma dovrà guadagnarsela con i risultati. «L’incontro tra Baldini e Guardiola a New York? Strano che la notizia sia uscita ora – risponde Zeman – lo sapevo da ottobre che si erano visti. La cosa non mi tocca. La società più fare quello che vuole, anch’io ho incontrato 100 giocatori e non è detto che li sto comprando tutti». Spulciando le statistiche, un aspetto della sua Roma non gli piace per niente. «Il possesso palla è troppo alto, io vorrei un calcio più verticale. Alcuni nostri giocatori preferiscono tenere il pallone e fare due tocchi piuttosto che rischiare di perderla. Ma spesso è inutile e io sono contrario. Il problema è De Rossi? A Napoli ha toccato meno palloni degli altri due centrocampisti, non è logico. La squadra deve cercarlo e lui deve farsi trovare in regia. Continuo a pensare che Tachtsidis sia più regista di Daniele che ha fatto un primo tempo eccezionale col Milan e a Napoli non si è ripetuto. A Catania può giocare il greco perché non c’è Pjanic? È una lettura possibile». C’è da aspettarsi di tutto insomma. Anche in difesa dove i movimenti continuano a essere sbagliati. «Qui ci sono giocatori – sottolinea Zeman – provenienti da campionati molto differenti da quello italiano, basato sulla tattica. A Napoli Castan è salito in avanti per la voglia di recuperare, ma sul piano tattico non è un comportamento ideale».
A Catania la Roma non vince da 42 anni e anche oggi ci sarà da soffrire. «Il problema lì è l’ambiente, non è tranquillo e se qualcuno pensa a quello che succede fuori non riesce a esprimersi. Il pari all’andata? I gol in fuorigioco non li ho visti solo io». Oggi e mercoledì a Firenze in Coppa Italia tocca a Destro sostituire Osvaldo. Zeman continua a scuoterlo:«Deve trovare la convinzione dentro di sé. Dodò? Continua ad avere problemi, finora non siamo riusciti a risolverli». A Stekelenburg il tecnico non le manda a dire. «Se uno cerca di fare il meglio possibile ed è mentalmente pronto, allora ci serve. Lo ritengo un grande portiere ma anche i grandi possono stare fuori. Da qui a fine gennaio può succedere di tutto. Marquinho ha un’offerta dal Gremio, va valutata ma non si fa oggi o domani. Io comunque non l’ho bloccato né liberato». Affondi finali sull’inspiegabile inversione del campo con la Fiorentina, «una cosa illogica», sulla mancanza di un presidente di Lega e sulla candidatura di Moggi in Piemonte: «Sono due immagini del nostro calcio della nostra politica». La stessa politica che dieci anni fa ha introdotto il divieto di fumo nei luoghi pubblici. «Ma io continuo a fumare. Dove si può». Praticamente ovunque.