(C. Zucchelli) – Dici Catania – Roma e pensi solo cose negative: lo scudetto sfiorato nel 2008, la mancata qualificazione alla Champions League del 2011, la partita sospesa per pioggia dello scorso anno, il soggiorno obbligato nella città siciliana a causa di un presunto risveglio dell’Etna nella serata in cui sono stati recuperati i venti minuti mancanti e, cosa più anomala di tutte quelle elencate fin ora, nessun gol di Francesco Totti al “Massimino” ex “Cibali”. Nelle sette partite disputate sul campo in questione (sei di campionato più una semifinale di Tim Cup), il Capitano giallorosso ne ha giocate solo 4 di cui due per 90’. Due punti, zero gol e due (più uno) assist: questi i numeri di Totti a Catania. A legare Totti e il Catania Calcio c’è un dato molto curioso: nella prima stagione da professionista del Capitano, 1992/1993, mentre lui disputa le prime due partite con la maglia giallorossa, la società siciliana, iscritta al campionato di serie C1, viene radiata a causa di inadempienze finanziarie.
Un paio di anni dopo la città siciliana festeggia la promozione in C2 mentre Totti realizza i primi gol con la Roma. Questo per far capire la distanza tra la storia di Totti e quella dei siciliani in A. Le loro strade si incrociano per la prima volta nella stagione 2006/2007. A scatenare tutte le polemiche e i veleni che mai finiranno tra le due tifoserie/società/calciatori è stato il primo Roma – Catania giocato sei anni fa: 7 – 0 (un gol del Capitano) il risultato finale in un Olimpico invaso da diecimila catanesi. La gara di ritorno, disputata sul campo neutro di Lecce, finisce 2-0 con gol di Vucinic e addirittura Ciccio Tavano. Totti, assente per infortunio, non partecipa alla trasferta pre pasquale. La vendetta è un piatto che va servito freddo, si dice. Il Catania – Roma dell’anno successivo, 2007-2008, ne è la dimostrazione: la Roma è ancora in lotta per lo scudetto, i padroni di casa cercano i punti salvezza e Totti è alla presa con la rieducazione del secondo infortunio grave della sua carriera. La partita finisce 1-1, segna Vucinic ma è un’illusione, il pareggio di Martinez permette al Catania di rimanere in Serie A e a tutta la spedizione giallorossa di uscire indenne dalla città siciliana.
Nel 2008/2009 Totti abbandona dopo 31 minuti la partita a causa di una lesione ai flessori della gamba destra e riesce a giocare 90’ contro i siciliani l’anno dopo nel giorno della presenza numero 550 (all inclusive): su un calcio d’angolo battuto nei minuti di recupero, Francesco calcia verso la porta e trova sulla traiettoria la decisiva deviazione di un ginocchio di De Rossi per l’ 1-1 finale. Nel 2010/2011 la Roma, è ancora in corsa per la Champions League ma a Catania non si passa: finisce 2-1 per gli scatenati padroni di casa, trascinati da un Gomez imprendibile. Francesco disputa tutti e 90 i minuti con tanto di calcio punizione pennellato sulla testa di Simone Loria, tanto bravo ragazzo quanto impresentabile ad alti livelli, per il provvisorio 0-1. Il resto è cronaca dello scorso anno: nei 70 minuti disputati nella giornata prevista da calendario, Totti ne gioca 57: il tempo per battere velocemente un angolo sulla testa di De Rossi e consentire alla Roma di pareggiare il gol di Legrottaglie. Oggi, dopo la sconfitta di Napoli, si riparte proprio da qui.
Da Catania-Roma, ventesima giornata di campionato, che è anche la ventesima partita consecutiva giocata da Totti quest’anno. Nessun record, ma cronaca. Venti partite di fila in serie A non le gioca dalla stagione 2006/2007: era il 21 gennaio 2007, infatti, quando Francesco giocò a Livorno la partita numero 20 di quel campionato. Un gol e un esagerato cartellino rosso per aver strattonato Galante. Oggi, con 36 anni compiuti, giocare venti partite di fila non è proprio una cosa da tutti. Attenzione però al Galante di turno: Totti è diffidato e un eventuale cartellino giallo fermerebbe nuovamente a venti il numero di partite consecutive giocate e, soprattutto, gli farebbe saltare il Roma-Inter di domenica prossima alla quale non rinuncerebbe per niente al mondo. Il rivedere con piacere Cassano, Stramaccioni e Chivu non c’ entra niente. Gli stimoli che ti danno le squadre storicamente nemiche non te li dà nessun altro. E pensare che qualcuno un anno e mezzo fa lo dava morto e finito