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CORRIERE DELLA SERA Zeman: “Solo un problema di mentalità”

Zeman in conferenza stampa

(L. Valdiserri) – La Roma non ha problemi«nè tattici né tecnici, ma soltanto di convinzione e mentalità. Manca ancora la continuità durante i 90’, la voglia di giocare e di competere sempre. Noi a volte molliamo cinque minuti e ci succedono dei guai. La crescita deve essere di testa». Zdenek Zeman non arretra di un millimetro nelle sue convinzioni e respinge al mittente ogni dubbio (altrui). La squadra gioca un buon calcio e il suo equilibrio è testimoniato, almeno per il tecnico boemo, da quella differenza reti (+ 10) che è per lui la vera misura dell’equilibrio tra fase difensiva e offensiva: «La seconda squadra del campionato ha una differenza reti peggiore della nostra (Lazio a +9 e Roma a +10, ndr). Poi se uno vince 1-0 è bravo e se vince 3-2 ha la difesa che non funziona. Ma io non la penso così». Prendere o lasciare. Questo è Zeman. Un uomo fatto di certezze.

A chi gli domanda se ha rimorsi per qualche scelta dalla panchina nel girone di andata risponde così: «Sì, di non aver soffiato su quei palloni che stavano per entrare in porta e poi sono usciti fuori». Zeman ha una sua classifica e una sua aritmetica, quella che a Napoli gli ha fatto contare «24 tiri in porta della Roma ma un solo gol segnato e 8 del Napoli ma 4 diventati gol». Ha una fede incrollabile nel suo gioco, che lo porta a una disamina tagliente sul ruolo principale nel suo sistema: quello del regista. Non è un mistero che la scintilla tra lui e Daniele De Rossi non sia mai scattata e sembra sempre più difficile che possa succedere in futuro. L’impressione è che entro la fine della stagione, per non ripartire l’anno prossimo con un «caso» aperto, la società giallorossa sarà costretta a una scelta drastica. Senza temere di scatenare un nuovo putiferio, Zeman ribadisce che per lui «Tachtsidis è più regista» e poi, anche senza fare direttamente il nome di De Rossi, parla di Roma «con giocatori che, per paura di perdere il pallone, fanno un passaggio orizzontale a due metri anziché rischiare con un passaggio in verticale».

È specifico su De Rossi, invece, quando dice che «ha giocato un grande primo tempo contro il Milan e non si è ripetuto a Napoli, dove gli altri centrocampisti hanno toccato più palloni di lui quando, invece, deve essere il regista a farlo. Ma dipende anche dai movimenti degli attaccanti che devono dare la profondità ». E il discorso, così, passa su Mattia Destro che «ha grandi mezzi e qualità, me lo sta confermando. Normale che quando si perde si dica che è colpa di Destro. Ma è un giocatore importante che diventerà ancora più importante se troverà la convinzione che lo può fare e che lo deve fare». L’infortunio di Osvaldo e la squalifica di Pjanic rendono limitate le scelte in attacco, tanto che Totti sarà costretto a giocare anche se non è al top per un affaticamento al flessore della coscia sinistra. È anche per questo che Zeman ha bloccato il trasferimento di Marquinho al Gremio («A me non ha mai detto che vuole andare via»).

Se si farà, sarà a fine mercato. Il brasiliano potrebbe essere impiegato oggi, per uno spezzone di partita, e mercoledì sera a Firenze, in Coppa Italia, dove mancherà anche Lamela squalificato. L’aziendalista Zeman non chiede acquisti al calciomercato, anche se sa che Sabatini è al lavoro, e non attacca Baldini per la visita a New York dall’amico Guardiola, strillata ieri in prima pagina: «Guardiola? Strano che esca adesso. Io sapevo da ottobre che si erano incontrati. La dirigenza è libera di incontrare chi vuole. Nel calcio succede così». Un regista, però, lo vorrebbe. E magari un esterno difensivo, perché Dodò è ancora un mistero: «Questa settimana l’ha fatta tutta con noi e anche bene, il problema è che poi arriva martedì e accusa nuovi problemi”.

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