(A. D’Urso) – Che cosa hanno in comune Lamela, Dodò e Marquinho? Talento, velocità, dribbling, ma anche un certo tasso di egoismo e una tendenza a perdersi lontano dall’area di rigore. Il che, agli occhi di Zeman, è un grandissimo problema. Il decollo rinviato dei tre sudamericani della Roma, apertamente bacchettati nel dopo gara dal tecnico giallorosso, fa il paio con la giornata all’improvviso complicatissima della difesa, silurata da Gomez non senza strascichi polemici.
Rabbia Proprio Nicolas Burdisso, alle prese con Bergessio, ha cercato fino all’ultimo di spingere con ampi gesti il connazionale Lamela ad entrare con più efficacia dentro al match, a far valere il proprio talento. Niente da fare. Al difensore è toccato pure di spiegare a Castan il perché della regolarità del gol del Catania: «Pensava che Gomez fosse in fuorigioco ma non si è accorto che dietro di lui c’ero io». Ma all’argentino spetta soprattutto il compito di tirare su il morale della truppa: «Quasi la stessa partita di Napoli, ci fa male, bisogna però guardare positivamente al futuro, la Roma entra in campo per fare la partita e ha tante occasioni, in fase difensiva oggi avevamo concesso pochissimo. Purtroppo è andata così, ci hanno fatto gol nel momento peggiore, non siamo riusciti a reagire. Ma in questo momento dobbiamo credere in quel che facciamo, un po’ perché si vede in campo cosa vuole fare la Roma, e poi servono i risultati. Dobbiamo arrivare ai risultati e sapere che ancora non è precluso nulla».
Mentalità Come l’anno scorso? Nulla è cambiato sotto il cielo della Roma?«No, non credo, anche come mentalità è cambiato qualcosa. Ma non penso all’allenatore, bensì alla squadra. Adesso abbiamo tempo di cambiare le cose, l’anno scorso la Roma a volte non si vedeva in campo. Quest’anno invece non è così. Oggi abbiamo creato tantissimo. Poi bisogna migliorare le situazioni singole, ma dico che bisogna guardare positivamente al futuro, lo dico con tanta voglia». Un messaggio d’incoraggiamento Burdisso lo recapita proprio all’altro grande bocciato del Massimino, Mattia Destro, quanto mai sprecone: «Da questa giornata lui deve uscirne col lavoro, non c’è altra maniera. Noi crediamo in lui, lo vediamo in allenamento che ha tante qualità e tanta voglia. Mattia verrà fuori sicuramente con la fiducia nostra, del mister e dei tifosi che fino a un mese fa credevano in Destro. Ora non è proprio il momento di condannarlo, ma di sostenerlo».
Riscatto E la Coppa Italia e la sfida con la Fiorentina possono rappresentare ora per tutti un’occasione di riscatto: «Ci teniamo tanto — conclude Burdisso —. Ci farà bene questa partita, e poi c’è l’Inter… Dobbiamo crederci».