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IL ROMANISTA Zeman: “Problema di mentalità”

Siena-Roma Zeman

(C. Zucchelli) – Alla vigilia di Catania-Roma Zdenek Zeman in conferenza aveva detto: «Rimpianti del girone di andata? Non aver soffiato abbastanza sulle palle che dovevano entrare». Era stato un buon profeta, l’allenatore boemo. Aveva capito chiaramente quale era stato tante, troppe volte, il problema della Roma.

Problema che si è ripetuto anche ieri quando il Boemo si è trovato costretto a dover commentare una sconfitta che se Destro (ma anche Bradley) avesse buttato dentro almeno una delle occasioni che gli sono capitate probabilmente non sarebbe arrivata: «Dobbiamo avere la mentalità giusta, da grande squadra. E dobbiamo dimostrarlo – la spiegazione dell’allenatore – Ci vuole più convinzione e ci vuole più voglia di vincere. La squadra produce ma non realizza e questo può essere un problema. Ma noi siamo la Roma, dobbiamo lottare. Abbiamo giocato individualmente nel secondo tempo, da soli non si vincono le partite. Abbiamo perso i concetti di gioco già prima di prendere gol. Molti giocatori, ripeto, hanno pensato di potercela fare da soli, ma così non è. Ci è mancato il gol, abbiamo fatto un buon primo tempo dove abbiamo costruito tanto, nel secondo abbiamo giocato più da fermi e con giocate individuali e in più abbiamo preso gol. Marquinhos non era in posizione e non siamo riusciti a coprire. La Roma – ha aggiunto Zeman – deve competere per i primi posti, quello che ci manca è la mentalità che non è da grande squadra. Io voglio che la squadra lotti per qualche cosa e voglio arrivare ai primi posti. Fino a ieri eravamo l’attacco più prolifico. Abbiamo avuto occasioni limpide e non siamo riusciti a sfruttarle. Questo forse spiega il nervosismo, ci sono state azioni individuali . Per me è meglio arrivarci con le combinazioni. Qualche nome? Lamela, nel secondo tempo partiva da solo e non è mai arrivato. Anche Dodò. Il centrocampo ha lavorato bene ma non ha mai avuto la possibilità di mandare la palla dentro».

A proposito di centrocampo, impossibile non parlare di Daniele De Rossi, rimasto in panchina 90’ per scelta tecnica: «Non ha giocato interno destro perché ho Bradley che fa più movimento. Può giocare nel mezzo – ha detto Zeman – con un giocatore tecnico accanto. E mi riferisco a Pjanic. Un’altra motivazione è che giochiamo con la Fiorentina, e alla Coppa Italia ci tengo. Non ho mai guardato quanto guadagna Daniele, ho sempre visto chi serve di più e oggi (ieri, ndr) per le sue caratteristiche serviva più Tachtsidis che ha fatto una buona gara. De Rossi, Bradley e Florenzi sono tre incontristi e insieme sarebbero stati troppi. È imprescindibile? Dipende dalla partita…».

Chi in campo c’è andato ma ha fatto molto male è Mattia Destro. Zeman prova a spiegare i tanti errori sottoporta dell’ex attaccante del Siena: «Credo sia un blocco mentale. Il ragazzo costruisce, se arriva a creare quattro palle gol vuol dire che c’è. Ora le sbaglia, è questione di convinzione e voglia di affermarsi, che forse ora mancano. Ha solo un problema di testa. Un grande giocatore deve giocare con convinzione, lui ne deve approfittare ed essere più cattivo. Mi auguro che si renda conto che non gioca più in provincia, ci deve aiutare anche con i gol».

Su Totti: «Aveva un problema al quadricipite e si è messo a disposizione, anche io pensavo che ce la facesse, ma dopo il riscaldamento per non rischiare il futuro l’ho risparmiato. Oggi (ieri, ndr) ce l’avrebbe fatta, le prossime non lo so». Infine, un pensiero ai tifosi: «Abbiamo fatto più gol di tutti finora, abbiamo creato tanto e segnato poco nelle ultime due partite. Io continuo a crederci, se la squadra si convince di giocare fino al massimo ci sono buone prospettive». E uno alla Coppa Italia: «Spero che la squadra possa reagire subito».

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