(G. Dell’Artri) – «Ripartire subito». Lo chiedeBaldini. Lo chiede alla squadra. «È importante che la squadra lo faccia insieme all’allenatore», dice a “Roma Channel”. Per il dg la sconfitta col Catania è lontana parente di quella con il Napoli. «Al San Paolo – spiega -abbiamo giocato tutta la partita andando a cercare il gol. Oggi (ieri, ndr) la partita è cambiata nel secondo tempo. Forse perché la squadra è andata a riposo con la consapevolezza di aver messo il Catania alle corde e con il rammarico, e con la paura, che potesse succedere qualcosa di negativo. È questo il rammarico di oggi, la squadra quando vede che le cose non filano non riesce a cambiare l’inerzia della partita. Se poi una squadra perde convinzione, l’altra ne acquisisce. E poi siamo stati sfortunati a prendere gol in 10 contro 11. Ora è importante che la squadra rifletta insieme all’allenatore per ripartire subito».
Secondo Baldini, c’è poco da dire sul mancato impiego di De Rossi. «Non credo che ci sia da chiarire più di tanto. L’allenatore, che nutre la nostra fiducia, ha la legittimità di fare le scelte che ritiene opportune, tra cui quella di usare o meno De Rossi. Credo che abbia spiegato le ragioni della decisione. Ha fatto una scelta». A Sky gli fanno notare come sia strano tenere un giocatore che prende circa 6 milioni l’anno. Baldini replica così: «È poco elegante sottolineare quanto si guadagna. De Rossi è straordinariamente importante per noi, ma non credo che il valore economico vada messo in ballo nella disamina tecnica. Ovviamente, specialmente a partita persa, tutte le osservazioni hanno una loro legittimità. Ho detto mille volte quanto penso che De Rossi sia un campione e un giocatore importante. La società fa la scelta di rinnovare per la rosa, ma non può fare le scelte di campo di volta in volta. Queste spettano al tecnico, altrimento nemmeno potremmo giudicarlo, dovremmo giudicare noi stessi. Potevamo vincere 3-0 a fine primo tempo e in questo caso la scelta di Zeman non sarebbe stata così sbagliata».
Per Baldini il problema non è lì. Non è nell’utilizzo di De Rossi. «Nel primo tempo è stata una partita alla Zeman, sono state costruite tante cose. Non ci è riuscito di mettere in porta almeno una delle diverse occasioni. Nel secondo tempo sembra che siamo scesi in campo con questo peso, col rammarico delle occasioni perse e pensando che potesse succedere qualcosa di non bello. E puntualmente è stato così». Non ci è riuscito.
O meglio, non è riuscito a Destro. Il dg tenta di giustificarlo: «È la prima volta che si confronta con una grande piazza molto esigente e con così tanta pressione. Probabilmente la sente e avrà modo di superarla essendo così giovane. Chiunque abbia un minimo di discernimento non può che riconoscere in Mattia tutte le qualità che possono permettergli di diventare un grande campione. Deve realizzare questi gol, ma io credo tantissimo in lui e in tutta la squadra, come crediamo nel tecnico. A fine anno faremo evidentemente tutti i conti che è necessario fare, mi preme ricordare che ho lavorato in assoluta libertà su questa squadra. Il responsabile principale, a fine anno, se le cose non saranno andate, non sarò altro che io. Ho fatto tutte le scelte che ho ritenuto giusto fare. Spero e credo che a fine anno queste responsabilità saranno piacevoli, ma comunque me le prendo perché ce le ho».
Baldini dà poi la sua versione dei fatti sull’incontro con Guardiola. «Non riguardava il calcio. Qualcuno di voi sa benissimo del rapporto di amicizia che mi lega a lui da quando ha giocato nella Roma, ho avuto la possibilità di conoscere una persona fantastica, com’è Luis Enrique. Queste persone, quando hai la fortuna di incontrarle, poi coltivi la loro amicizia. Ero a New York per impegni di lavoro, e, sapendo perché lo so, che era lì, ci siamo visti. Ho incontrato tanti allenatori, non cerco allenatori, cercavo semplicemente un buon caffè e cinque minuti di chiacchiere ».
BURDISSO – Per Burdisso, a differenza di Baldini, ci sono invece molti similitudini con la partita di Napoli. «Abbiamo fatto quasi la stessa partita di Napoli. Ci fa male. Però – dice Nicolas – bisogna guardare positivamente,la Roma entra in campo per fare la partita e ha tante occasioni, in fase difensiva abbiamo concesso pochissimo. Purtroppo è andata così, ci hanno fatto gol nel momento peggiore, non siamo riusciti a reagire. Ma in questo momento dobbiamo credere in quel che facciamo. Un po’ perché si vede in campo cosa vuole fare la Roma, e poi servono i risultati. Dobbiamo arrivare ai risultati e sapere che ancora non è precluso nulla».
Secondo Burdisso, questa Roma e quella di Luis Enrique sono differenti. «Anche come mentalità è cambiato qualcosa. Ma non penso all’allenatore, bensì alla squadra. Adesso abbiamo il tempo per cambiare le cose, l’anno scorso la Roma a volte non si vedeva in campo. Questo anno invece non è così. Oggi (ieri) abbiamo creato tantissimo. Poi bisogna migliorare le situazioni singole, ma dico che bisogna guardare positivamente al futuro, lo dico con tanta voglia».
A Burdisso viene chiesto di Destro. «Deve uscirne col lavoro, non c’è altra maniera. Noi crediamo in lui, lo vediamo in allenamento che ha tante qualità e tanta voglia. Verrà fuori sicuramente con la fiducia nostra, del mister e dei tifosi che fino a un mese fa credevano in lui. Ora non è il momento di condannarlo, ma di sostenerlo. Ha fatto la scelta di venire qui, bisogna appoggiarlo».
Ora c’è la Coppa Italia. «A quella competizione ci teniamo tanto. Ci farà bene. Poi c’è l’Inter. Manca ancora tantissimo, guardiamo la cosa positiva, abbiamo un’identità, sappiamo cosa fare e dobbiamo crederci tutti».