Seconda trasferta senza punti per la Roma, che non riesce proprio ad ingranare la giusta marcia in questo 2013. Torna il gennaio ‘zemaniano’, quello in cui le sue squadre subiscono una netta involuzione: lo scorso anno, a Pescara, questa tendenza sembrava totalmente invertita. Sconfitta molto diversa da quella di Napoli, perchè i giallorossi nel secondo tempo, dopo aver prodotto molto nella prima frazione, si sono spenti, come fossero scoraggiati dopo le molte occasioni mancate. E se Mazzarri aveva avuto degli importanti meriti la scorsa settimana, avendo preparato la gara nel migliore dei modi, il Catania di Maran non sembra così ‘pronto’ e preparato, ma si affida al solo Gomez, oltre che ai pacchiani errori di Mattia Destro.
LE SCELTE. Ormai Goicoechea è il portiere titolare di questa squadra; in difesa viene preferito Burdisso al febbricitante Marquinhos, mentre in attacco Marquinho sostituisce Totti, che si ferma durante il riscaldamento. La grande sorpresa, ancora una volta, il Boemo la regala a centrocampo: De Rossi in panchina, Tachtsidis in campo. Ma è la spiegazione riguardo questa mossa a far rabbrividire i più: il greco viene preferito a DDR perchè più veloce nelle verticalizzazioni e più tecnico; il numero 16, a detta del tecnico, non può scendere in campo senza Pjanic al suo fianco, per alzare il tasso tecnico.
LA DIFESA. Nonostante una crescita, Castan e Burdisso non sembrano essere una coppia completa, anzi le caratteristiche dei due calciatori li rendono simili. Ma grandi occasioni non vengono concesse alle punte catanesi, ed anche il goal nasce da un errore più del centrocampo che dei due centrali: infatti Tachtsidis perde un contrasto aereo, mentre Bradley, che non riesce proprio a variare ritmo durante la gara, non ripiega per coprire Marquinhos – rimasto sbilanciato in avanti – lasciando spazio all’inserimento di Gomez.
Capitolo portiere. Goicoechea non riesce a trasmettere sicurezza alla squadra, continuando a commettere degli errori tecnici evidenti. Nelle ultime gare ha sempre subito goal, anche ieri il suo errore non è dei più gravi, ma in uscita tituba sempre, permettendo all’avversario di coglierlo in controtempo. E’ stato presentato come un portiere forte con i piedi, ma nelle rare occasioni cui sceglie il rinvio lungo perde palla, nelle altre, in cui opta per la palla corta, lascia i compagni in balia del pressing avversario.
Finchè Piris è rimasto in campo ha saputo contenere Gomez, mettendo in mostra le sue ottime qualità difensive nell’uno contro uno, ma quel che fa poco prima del suo cambio è un errore che non si vede nemmeno sui campi di dilettanti. Con la palla tra i piedi dei catanesi si ferma, chiedendo il cambio e lasciando scoperta la sua zona di competenza.
CENTROCAMPO. Già si è parlato della discutibile scelta Tachtsidis, ma anche Bradley non riesce ad incidere positivamente sull’incontro in queste settimane. I suoi ritmi sono sempre bassi, i suoi passaggi mai sulla corsa, senza parlare delle occasioni da rete sciaguratamente sciupate tra la gara di Napoli e quella di ieri. Zeman chiede ai suoi centrocampisti inserimenti offensivi, ma quelli dello statiunitense sono ‘incompleti’: a metà inserimento si gira, senza completare l’affondo offensivo, e privando i compagni della possibilità di lanciarlo negli spazi.
DESTRO. Mentre Marquinho cerca di interpretare nel migliore dei modi il ruolo di esterno offensivo, e Lamela viene malmenato dagli avversari, Destro sciupa palle da goal in continuazione. 5 i suoi tiri verso la porta avversaria, di cui due a portiere praticamente battuto: tutto senza riuscire a realizzare una rete. Il ragazzo alla prima occasione ‘sprecata’ si butta giù, finisce la sua partita, non riesce più a riprendersi. Dovrà crescere come uomo per diventare un calciatore completo.
A cura di Luca Fatiga