Errare è umano, perseverare è diabolico. E’ la legge eterna dei goleador quella di fallire occasioni facili e magari firmare reti impossibili. Ma quando gli sbagli si sommano l’autostima va sotto i piedi e cominciano i tormentoni dei tifosi. Mattia Destro, fiore all’occhiello del mercato romanista, manca occasioni clamorose col Napoli e colCatania (imitato da Bradley) e da’ l’acceleratore alla crisi della Roma senza Totti e Osvaldo.Destro ha 21 anni, e’ promettente ma se non riesce a invertire la rotta rischia di consolidare la nomea di mangiagol che ha segnato tante storie calcistiche, a cominciare dal prototipo dei bidoni d’attacco, il milanista Calloni che Gianni Brera negli anni ’70 bolla per l’eternità lo ‘sciagurato Egidio’. E’ quello un Milan dimesso e l’ex varesino fa impazzire i tifosi con errori grossolani tanto che scherzando (ma non troppo)Beppe Viola in tv commenta ‘il centravanti del Milan sventa la minaccia”. I rossoneri hanno una collezione ricca di attaccanti timidi e sconsiderati sotto rete: a cominciare dal britannicoGreaves negli anni ’60. Stefano Chiodi contribuisce allo scudetto del 1979 con un solo gol ma per Liedholm ‘fa movimento’, poi e’ da brividi il passaggio di Luther Blissett, giamaicano del Watford preso per sbaglio dal presidente Farina e che sempre Breraribattezza ‘Callonissett’. Pollice verso anche per l’inglese Hatley, salvo un grande gol nel derby. Al pupillo di Berlusconi, l’argentino Borghi, Sacchi non da’ nemmeno il tempo di sbagliare dirottandolo al Como. Errori e panchina per lo spagnolo Jose’ Mari e per unRivaldo senza piu’ benzina ne’ estro. Destro deve fare gli scongiuri perché anche la Romaha vari scheletri nei vecchi armadi: Piedone Manfredini negli anni ’60 fa impazzire i tifosi con errori barbini, ma segna tanti gol impossibili. Poi tocca a Renato Cappellini, voluto daHerrera, mangiarsi gol fatti, seguito da Carlo Petrini (prima di vari guai e dello scandalo scommesse), da Renato Portaluppi (distratto dalla dolce vita), dagli improbabili nuoviCaniggia e Ronaldo, le meteore Bartelt e Fabio Junior. Ma chi e’ senza peccato scagli la prima pietra: alla Juve ricordano il flop di Ian Rush dopo i fasti nel Liverpool, le piroette infruttuose di Rui Barros, l’evanescenza di Zavarov, chiamato per sostituire Platini, per non parlare di Krasic, biondo ed esterno ma non emulo di Nedved. Inoltre le amnesie sotto porta di Vucinic con la Juve sono quelle gia’ viste con la Roma. L’Inter ha sulla sua coscienza il fallimento remoto di Darko Pancev (macedone passato dal soprannome di Cobra a quello di Ramarro dopo 3 gol nei tre anni nerazzurri) e quello piu’ recente di Diego Forlan, l’uruguaiano protagonista dei mondiali 2010, assente ingiustificato a San Siro. I tifosi sperano che per Ricky Alvarez il destino sia diverso e ci sia una progressiva ripresa. La Fiorentina ha poco feeling con i brasiliani di fama consolidata: Socrates prima edEdmundo poi pensano di essere in vacanza, tra una ‘democrazia corinthiana’ e un blitz al carnevale di Rio. Alla Lazio molto cari e poco utili gli acquisti di due protagonisti della Liga,De La Pena e Mendieta. A Napoli ricordano la meteora Beto, brasiliano passato senza lasciar traccia nel 1996: i gol di Cavani non fanno dimenticare l’andamento anonimo dello strapagato cileno Edu Vargas. Ma per lui, classe 1989, vale il discorso fatto per Destro(1991) e per Alvarez (1988): sono giovani e fanno in tempo a risalire la china. A patto di cominciare subito.
Fonte: ansa