(A. Polverosi) – La Roma va in semifinale dove trova l’Inter, contro cui giocherà tre volte in dieci giorni. Ci va con merito, anche se i tre pali colpiti dalla Fiorentina alla fine delle due ore di sfida intensa, dura e combattuta, farebbero pensare a una qualificazione immeritata. Invece, come gioco e come occasioni la Roma ha portato a casa quanto ha meritato. Non aveva l’attacco titolare, ma ci ha pensato Destro che con questo gol pesante, segnato nel primo tempo supplementare, ha forse dato una svolta alla sua crisi. L’ha vinta anche Zeman, che ha negato la sua fede (la difesa a 4), ma ha messo bene in campo i resti della Roma.
LA NUOVA VIA A 3 – Non ci credeva nessuno, forse nemmeno i giocatori della Roma. L’uomo del 4-3-3 ha detto stop. D’improvviso, nella fredda e umida notte fiorentina Zednek Zeman si è presentato con la difesa a 3, Marquinhos, Burdisso e Castan da destra a sinistra, poi Piris sulla fascia destra e Balzaretti su quella di sinistra. Una svolta storica nella carriera del boemo, spinto (forse) sulla nuova via dalla disposizione tattica della Fiorentina e dalla volontà di togliere ai viola l’arma delle sue ali. In effetti Cuadrado non si è quasi mai visto (e non solo per merito di Balzaretti e poi di Dodò), mentre Pasqual è stato un po’ più incisivo, anche se Piris non gli ha concesso troppo spazio. In assoluto, il primo tempo della Roma più rimaneggiata della stagione (fuori Totti, Osvaldo e Lamela, il meglio della capitale giallorossa) è stato eccellente per compattezza e solidità in fase difensiva, per sveltezza e insistenza in quella offensiva. (…)
SVOLTA VIOLA – De Rossi, Florenzi, Pjanic, Destro e Marquinhos hanno avuto la possibilità di piazzare il colpo decisivo, ma senza fortuna, e in una circostanza anche Neto è stato decisivo (su Florenzi). La conferma del portiere brasiliano nonostante la papera di Udine vale anche come bocciatura per Viviano e, insieme alla seconda esclusione consecutiva di Roncaglia (difficile da comprendere), segna una svolta anche in casa viola. Ieri il problema della Fiorentina era, come a Udine, nell’assenza di Pizarro.(…)