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5-5-5 L’ANALISI TATTICA Zeman Sa cambiare la Roma

5-5-5 L’Analisi tattica

La storia insegna: con la Roma in emergenza per la mancanza di uomini, i suoi allenatori riescono a tirare fuori il meglio dal materiale a disposizione. Come Spalletti riuscì a inventare Totti unica punta, come capello, in precedenza lancio la coppia formata dallo stesso capitano e Cassano, Zeman per la prima volta schiera la sua squadra secondo un 3-4-3, deviando la sua filosofia. È buono l’approccio mentale alla partita, lo spirito di sacrificio di tutti gli elementi, che, pur fuori ruolo, lottano mostrandosi convinti di quel che fanno.

DIFESA A TRE. Inedita linea a tre schierata dal boemo: per la prima volta tre dei migliori calciatori a disposizione possono esprimersi insieme. Regia difensiva lasciata nelle mani di Burdisso, con Marquinhos e Castan ai lati; i due brasiliani godono anche di una maggiore libertà di supportare la manovra offensiva. Soprattutto il numero 5 gode di questa situazione, cercando spesso l’inserimento, spingendosi fino all’area di rigore avversaria.

A questo bisogna aggiungere la maggiore copertura che offrono i due esterni, Piris e Balzaretti, che poco danno in fase offensiva, ma fermano le sortite degli esterni viola.

DE ROSSI. È il perno del centrocampo: quando gioca lui è tutto molto più semplice per i compagni. Con il centrocampo a 4 ha meno compiti di copertura, può dedicarsi maggiormente alla costruzione del gioco. Dire che non sia un giocatore dotato tecnicamente, oltre che intelligente tatticamente, è una bestemmia calcistica, e lo dimostra nelle situazioni di uscita pressing.

CENTROCAMPO. Con i due esterni preoccupati di coprire Bradley, con De Rossi, tiene la meta campo, iniziando nel peggiore dei modi la gara: non indovina mai un appoggio, ma recupera un numero infinito di palloni. Mostra tutti i suoi limiti nella gestione di un contropiede nel secondo tempo: invece di allargare su destro sceglie il tiro in porta, sbagliando tutto.

Nella costruzione del gioco sono fondamentali anche Florenzi e Pjanic, che svolgono il lavoro di ‘finte seconde punte’. Solita corsa del primo, che arriva vicino al goal in due occasioni grazie ai suoi inserimenti, mentre Pjanic è il cuore del gioco giallorosso, il vero vice Totti, colui che può cambiare una partita con una giocata: lo dimostra in occasione della rete di destro, servendo alla punta di Ascoli una palla che deve solo esser spinta in rete.

DESTRO. È servita una gara da 120 minuti per vederlo andare in rete. Tiene da solo il peso dell’attacco, procurandosi nitide occasioni malamente sprecate. Altafini diceva che per una punta è importante arrivare davanti la porta avversaria, e lui ci arriva sempre: quando riuscirà a concretizzare tutto sarà uno dei più forti attaccanti italiani.

USCITA PRESSING. La gestione delle rimesse dal fondo di Goicoechea deve esser rivista: l’uruguagio scarica sempre palla sulla sinistra, dove il pressing della Fiorentina è forte. Ci è stato descritto come dotato si un bel piede, ma non riesce a mostrare questo suo pregio.

a cura di Luca Fatiga

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