(Il Tempo) – La Roma ci prova nella semifinale d’andata di Coppa Italia. Ancora una volta contro l’Inter di Stramaccioni, che stasera ripiomberà all’Olimpico per cercare di fare il bis: ossia non far giocare la Roma e provare, sempre catenaccio e contropiede, a lasciare tutto aperto in vista del match di ritorno che si giocherà a San Siro il 17 aprile prossimo. Ecco, il problema per la Roma potrebbe essere proprio questo: restare «appesa» per 84 giorni a una partita che rischia di diventare l’unica chance per giocare in Europa il prossimo anno. Ovvio che per andare avanti nella coppa nazionale, servirà un altro atteggiamento rispetto a quanto visto in campionato, tre giorni addietro, proprio contro l’Inter. Zeman lo sa bene, anche se non condivide le teorie «contro» la sua Roma. «Dobbiamo essere più aggressivi nella metà campo avversaria. Si dice che abbiamo fatto male, ma le statistiche mi dicono che noi abbiamo avuto molte palle gol, loro solo due».
Consapevole del fatto che ancora una volta la Roma partirà con delle assenze pesanti: tra le quali quella di De Rossi a centrocampo motivo per il quale Tachtsidis partirà titolare. Proprio sul greco il tecnico boemo apre una parentesi convinto che si attacchi il giocatore per colpire lui. «A me sembra così. Si è creato dualismo, è normale per me che ci sia molta gente più attaccata al concorrente di Tachtsidis: cioè De Rossi. Si dice che ha giocato solo in Serie B, poi tutti vogliono Verratti, un altro che ha fatto solo la Serie B. Il ragazzo c’è rimasto male, lo stadio lo ha fischiato appena è uscito a fare riscaldamento, lui è sensibile e lo ha pagato. Non è giusto da parte dei tifosi fischiare uno che porta la maglia della Roma prima di cominciare, mi sembra assurdo. Ho parlato con lui – continua – cercando di tranquillizzarlo. Ma anche lui deve reagire, deve dimostrare che è da Roma. A me lo ha dimostrato, deve farlo anche con gli altri».
Non certo con la squadra che si interroga sul perché, pur giocando un buon calcio, si continui a faticare a fare risultati. «Perché se giochiamo meglio degli altri non riusciamo a chiudere le partite?» è il pensiero comune all’interno dello spogliatoio. Zeman ha una sua teoria: «Si vede che ci manca qualcosa, serve più concentrazione. Abbiamo giocato molte buone partite ma non siamo riusciti a chiuderle: il morale a volte crolla». Conseguenza naturale quando ti ritrovi a metà stagione con due punti meno dello scorso anno che fu un vero e proprio disastro. C’è voglia di riscatto, di rialzare la testa e le parole di Capitan Totti vanno tutte in questa direzione. «Questa è una partita fondamentale per il nostro futuro– ha detto Totti dal suo blog – perché superare le semifinali di Coppa Italia ci permetterebbe di avere buone possibilità anche di accedere all’Europa League del prossimo anno: senza dimenticare il piacere di poter disputare la finale a Roma. Ci giochiamo molto e sono sicuro che il supporto dei nostri tifosi non mancherà, perché di fronte agli ostacoli è indispensabile essere tutti uniti: squadra, società e tifoseria. Nessun timore, siamo la Roma e abbiamo il dovere di dimostrarlo».
Anche lui come Zeman e Baldini spezza una lancia a favore di Tachtsidis: «Voglio dargli un abbraccio perché il suo momento di difficoltà è il nostro momento di difficoltà: so che sarà applaudito perché veste la maglia giallorossa e siamo tutti una cosa sola… la Roma!». E stasera dall’altra parte del campo ci sarà l’Inter: non una squadra qualunque. Zeman elogia il lavoro fatto da Stramaccioni, un tecnico partito proprio dalla Capitale. «Per me l’Inter è sempre l’Inter – chiude il boemo – non sta male in classifica, hanno fatto una serie di risultati importanti. Ha giocatori importanti, vincenti, con grande esperienza. Stramaccioni è uscito da Roma, ho parlato con i ragazzi che ha allenato e me ne hanno parlato molto bene». E non provate a chiedergli chi preferirebbe incontrare in finale tra Juventus e Lazio: risposta scontata. «Mi piacerebbe giocarla… e basta».