(E. Masetti) – Diciannove presenze tra campionato e Coppa Italia, 1.179 minuti giocati (recuperi compresi), sette gol complessivi. Questi i numeri della stagione diMattia Destro, poco continuo in campionato (16 partite, 4 gol) ma un cecchino infallibile in Coppa Italia con 3 reti in altrettante apparizioni. Adesso che l’appuntamento con la Coppa è rimandato ad aprile, a Destro si chiede di diventare implacabile anche in serie A, magari a partire dalla partita contro il Cagliari del primo febbraio visto che per domenica la sua presenza al Dall’Ara è tutto tranne che certa.
Anzi, con ogni probabilità Mattia non partirà per Bologna. Ieri si è presentato a Trigoria con un dolore al piede destro e gli esami a cui è stato sottoposto hanno evidenziato un trauma distorsivo alla caviglia, la cui entità sarà valutata nelle prossime ventiquattro ore. Ieri per lui quindi soltanto fisioterapia, mentre per oggi non ci sono programmi visto che bisognerà vedere se e quanto dolore Destro sentirà. Ieri, subito dopo il lavoro a Trigoria,Destro ha rispettato gli impegni col suo sponsor tecnico, la Nike, e ha partecipato al campo della Romulea prima e a via del Corso poi alla presentazione del nuovo scarpino, peraltro indossato durante la partita con l’Inter. Non ci ha segnato però, visto che il gol è arrivato di testa: una rete da bomber vero, un anticipo perfetto sui centrali dell’Inter su cross altrettanto perfetto di Piris. Un gol che vale tanto per Mattia: perché arrivato in semifinale, perché arrivato all’Olimpico e perché arrivato contro la squadra che, dopo averlo visto crescere dai quattordici ai diciotto anni, ha preferito lasciarlo andare per puntare, guarda il destino, proprio su quel Ranocchia che mercoledì sera Destro e i suoi compagni hanno umiliato nel primo tempo. I nerazzurri, evidentemente pentiti della scelta fatta, hanno provato a riprenderselo quest’estate ma Destro aveva già scelto la Roma. E, tra l’altro, anche se non fosse arrivato a Trigoria difficilmente sarebbe tornato nella società che lo ha scaricato senza troppi complimenti. […]