“Possiedo un ottimo ricordo del mister. Mi ha fatto crescere tantissimo nei due anni passati assieme ed è anche un’ottima persona. Mette sempre bene in campo le sue squadre, affidando ad ogni calciatore un compito preciso. Un momento: ma la Roma ha fatto fuori Zeman?”. Così si apre l’intervista a Natale Gonnella due stagioni agli ordini di Alberto Malesani, entrambe a Verona. Trentasette anni, difensore del Colleferro in Eccellenza, racconta la sua esperienza la sua esperienza sotto la guida dell’ex tecnico del Genoa.
In pratica no, ma in teoria…
Ah, non me lo aspettavo. Allora mi auguro che nel caso in cui il boemo venisse esonerato, fosse proprio Malesani a prendere il suo posto.
La rosa giallorossa è piena di giovani: il suo ex tecnico sa farci con i ragazzi?
A Verona eravamo un mix di calciatori esperti e giovani talentuosi. Lui tratta tutti allo stesso modo: chi merita scende in campo, a prescindere dall’età.
Caratterialmente come reggerebbe il confronto con la piazza romana?
Premettiamo subito che Roma è una piazza difficile per chiunque, anche per gli allenatori navigati. Detto questo, la personalità non manca sicuramente al mister e, in fondo, il calcio è tutta una questione di risultati. Basta vincere tre partite e sei un grande.
Negli ultimi anni, però, Malesani ha collezionato solo esoneri…
“Bisogna giudicare le singole situazioni e se non ci sei dentro diventa impossibile farlo. Io di lui ho un bellissimo ricordo, lo ripeto”.
Eppure quel Verona di cui lei era uno dei tre difensori titolari, retrocedette nonostante il trio d’attacco Camoranesi-Gilardino-Mutu…
“Adrian non era ancora il calciatore che tutti imparammo a conoscere in seguito. Anzi, se migliorò gran parte del merito fu di quell’anno in compagnia di Malesani. Camoranesi stesso, ad esempio, veniva da una stagione altalenante e riuscì a guadagnarsi la Juve. Non solo: il mister valorizzò anche Oddo e Paolo Cannavaro. Quel Verona giocava un bel calcio, infatti retrocedette per una serie di problemi poco imputabili al campo2.
Un tecnico che punta così tanto sul gioco non funzionerebbe meglio se avesse la squadra a sua disposizione sin da luglio?
“Sicuramente. Le squadre italiane che giocano il miglior calcio, Fiorentina e Juve, hanno dei progetti ben precisi e un’identità impostata a tavolino. Tra le migliori qualità di un tecnico, però, deve esserci quella di sapersi adattare alle varie situazioni, compattando lo spogliatoio e puntando più sugli stimoli che sulla tattica nelle prime uscite da subentrato. Con un po’ di fortuna, magari vincendo due partite di fila, la ruota gira per il verso giusto e tutto il resto viene da sé…”
Fonte: mondopallone.it