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GAZZETTA DELLO SPORT Baldini: “Ma non è solo colpa sua” Ora Andreazzoli poi Blanc o Allegri

Baldini

(M. Cecchini) – Una vicenda paradossale come quella della ricca Roma americana, in fondo, ci fa pensare che il regista inglese Alfred Hitchcock avesse ragione. «Le storie più grandi di tutte, infallibilmente, sono sempre storie di inseguimenti». In effetti, in questo caso ne abbiamo di diversi tipi, quelli metaforici (alla Diversità calcistica) e quelli concreti: all’introvabile Zeman (per comunicargli l’esonero) e soprattutto ai dirigenti, al centro della prima vera contestazione dell’era Usa. Un gruppetto di tifosi infatti, all’uscita dello studio legale Tonucci dove si è tenuto il vertice che ha giubilato il boemo col placet bostoniano del presidente Pallotta, hanno gridato frasi dure all’indirizzo di Baldini, Baldissoni, Fenucci e Sabatini, accusati quest’ultimi di storiche simpatie laziali. Attimi di concitazione, l’invito da parte di qualche dirigente a«spegnere le radio e accendere il cervello», la chiamata alla polizia (peraltro arrivata a vicenda terminata) e soprattutto la rivendicazione orgogliosa del futuro. «Io sto soffrendo quanto la Roma — ha detto quasi gridando Sabatini —. Sto malissimo. Zeman è stato sfortunato, ma questa stagione non finirà cosi, abbiamo una squadra fortissima».

Baldini e le colpe Dopo il colloqui con gli Usa, agli annunci veri però pensa Baldini: «Qualsiasi cosa, anche quelle sbagliate, sono state fatte solo nell’interesse della Roma. Abbiamo deciso di sollevare Zeman dal suo incarico perché in questo momento ci pare sia l’unica decisione da prendere, anche se non è l’unico responsabile della situazione. Occorreva una svolta, perciò la squadra è stata affidata ad Andreazzoli che riscuote tutta la nostra fiducia. È da tanti anni dentro e questo ci consente di non perdere ulteriore tempo con un altro allenatore che deve conoscere le qualità che hanno i giocatori. Abbiamo parlato con i vertici e tutto il management, valutando qualsiasi situazione. È un atto di responsabilità da parte mia restare a prendere decisioni».

Zanzi: «Fiducia nei manager» E mentre la città ribolle di accuse alla dirigenza — si va dalla scelta di Zeman al suo mancato supporto — la proprietà Usa fa diramare un comunicato da parte del nuovo Ceo, Italo Zanzi. «La proprietà ha piena fiducia nei giocatori, nel management e nella strategia. Abbiamo affrontato una situazione difficile, ma l’abbiamo superata in maniera responsabile e strategica». Inutile dire che anche UniCredit, potente socio di minoranza, è stato avvisato, ma la banca si mantiene alla finestra, preoccupata per la piega che ha preso la vicenda. Una domanda aleggia: e se, per ipotesi, la dirigenza a giugno si dimettesse, chi sceglierebbe i nuovi manager? Di sicuro non il neofita Pallotta, bensì, si sussurra, i suoi consiglieri italiani. Ma possono rappresentare una garanzia sufficiente?

Falcao & Rijkaard Tornando alla panchina, in realtà la pista Blanc è solo congelata, perché l’ex c.t. francese vuole un contratto fino al 2015, un ingaggio pesante e voce in capitolo su un prossimo mercato importante. Possibile che gli possa venire dato tutto, ma in estate, vagliando anche la soluzione Allegri, qualora si liberasse dal Milan. Un piano B sarebbe rappresentato da Rijkaard e Falcao, anche se i profili non convincono fino in fondo. Resta da dire come tra i dirigenti, il più deluso viene descritto Baldini, ma l’intenzione di tutti è quella di andare avanti, tant’è che persino il contratto in scadenza di Sabatini potrebbe essere presto rinnovato. Non a caso, finito il parapiglia, lo stesso d.s. ha detto a Fenucci in partenza per Doha per la riunione dell’Eca (European Club Association): «Torna presto che dobbiamo comperare un terzino». Perciò, chi credesse in una epurazione dei vertici a fine stagione non si faccia illusioni. Le cartoline di saluti le firmerà solo Zeman.

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