(D. Galli) – Una seduta sola di un’ora e quaranta minuti, una sola perché Andreazzoli non è convinto del bis, metodi di allenamento simil-Spalletti, una pallonata a Totti che gli procura una contusione alla caviglia in rapido riassorbimento. In attesa di poter lavorare con gli undici nazionali in giro per il mondo, assume contorni più nitidi questa nuova Roma. Ci sarà bisogno però di altre 24 ore per iniziare a forgiarla a propria immagine e somiglianza.
È da domani, è con il ritorno alla base della maggior parte dei titolari impegnati con le rispettive nazionali, che Andreazzoli potrà inculcare nel gruppo la propria idea di modulo. Tocchi di prima, quasi un ritorno al passato, amarcord spallettiani. Le somiglianze col sor Luciano continuano a Roma Channel, è questione di semantica, di toni e grinta simili. Ma questo è un altro discorso. La squadra è un laboratorio dove manca però la materia prima. Dei titolari, e potenzialmente titolari, Andreazzoli aveva ieri a disposizione appena sei elementi Stekelenburg, Marquinhos, Burdisso, Dodò, Lamela e Totti. In attesa che giovedì rientrino i nazionali, oggi rifarà capolino a Trigoria Nico Lopez, capocannoniere con 6 gol del Sudamericano Under 20. «Sono contentissimo del titolo», ha detto in patria, «la verità è che non me l’aspettavo di finire da capocannoniere. Mi sono adattato molto bene alla squadra, ho compagni eccezionali e fortunatamente sono riuscito a vincere la classifica cannonieri. Il titolo di campioni? Avevamo tutto per vincerlo, ma non ci siamo riusciti. La prima fase è stata molto complicata, ci siamo giocati tutto. Nelle gare decisive forse ci è mancata un po’ di efficacia in avanti. Credo che abbiamo avuto occasioni, però non le abbiamo concretizzate». Il Sudamericano è alle spalle, da oggi c’è la Roma. Solo la Roma.
Andreazzoli ha vita facile, a Trigoria conosce tutti ed è conosciuto da tutti. Non ha avuto bisogno di presentazione, e questo è un grosso vantaggio. È stimato dai dirigenti e dai calciatori, forse, anche di più.Dopo le tensioni dei giorni scorsi, il suo primo obiettivo è stato quello di riportare un po’ di serenità in un’atmosfera contaminata dalle polemiche. Cercherà il dialogo, tenterà di creare quella magia finora latitante a Trigoria, quel mix vincente di tecnica e psicologia indispensabile per convincere la squadra che è da terzo posto. Da domani, con la rosa quasi al completo (mancheranno gli infortunati), si tufferà nella parte tattica. È estremamente probabile che a Genova la Roma giochi sempre con la difesa a 4. Il resto è un cantiere in costruzione.