ROMA – Rispetto all’ultima volta, hanno tutti qualche capello bianco in più. Amarcord di una Roma che fu, a Trigoria: nel pomeriggio, Franco Baldini ha accolto nel suo ‘regno’ Fabio Capello. “Ho ritrovato molti amici”, giura il commissario tecnico dell’Inghilterra, immortalato vicino al neo dg, ma anche a Tancredi, con lui nella nazionale di Sua Maestà e Tempestilli. Un ritorno a distanza di oltre sette anni dal furtivo addio della notte del 27 maggio 2004, quando lasciò Roma in auto per raggiungere Torino e i ‘nemici’ della Juventus. Troppo tempo per portare rancore: certamente non ne prova Baldini, che con Capello ha collaborato (Madrid, Inghilterra) fino al ritorno a Roma. Dove don Fabio lo ha raggiunto oggi, invitato dal suo ex general manager, per raggiungere insieme Napoli per assistere insieme al match di Champions tra gli azzurri e il Manchester City. Prima, però, un tuffo nel passato.
SORRISI CON LUIS, IL “DRIBBLING” DI TOTTI – Sorrisi, abbracci, i flash del fotografo ufficiale della Roma, tutto raccontato con immediata precisione sulla pagina facebook del club. La società giallorossa dà così il bentornato a Capello: un saluto a Luis Enrique, due “scucchiette” (per dirla con le parole di Fiorello) divise dal tempo, ma che vicine si somigliano anche un po’. Uno scambio di convenevoli con Francesco Rocca, anche lui in visita a Trigoria, poi la stretta di mano con Daniele De Rossi: proprio Capello lo aveva lanciato giovanissimo, prima in Champions, poi in serie A. Con lui, le prime presenze e i primi gol del centrocampista, impossibile non regalargli almeno un sorriso. Proprio intorno al nome di De Rossi, pochi mesi dopo la partenza del tecnico per Torino, si era consumata l’ultima polemica tra il ct inglese e Francesco Totti, fatta di accuse e allusioni (“Ai giovani consigliava di non frequentare me e Cassano”). Ma se il volto di Totti non è comparso nelle foto accanto a quello di Capello non è per antiche ruggini, quanto per il richiamo del lettino della fisioterapia. Quando poi Francesco ha concluso l’allenamento, l’altro era già lontano: niente stretta di mano, dunque. Un dribbling del numero dieci, seppur frutto del caso, ai contrasti del passato.