(U.Trani) – L’inizio del nuovo anno mette i brividi. Non c’entra il gelo di questi giorni, ma il rendimento nelle sei settimane del 2013: la Roma è ultima. Da sola, abbandonata al suo destino indecifrabile. Deve ancora vincere in campionato, essendoci riuscita esclusivamente in Coppa Italia, nel turno secco dei quarti al Franchi contro la Fiorentina e nella semifinale d’andata all’Olimpico contro l’Inter.
LA FRENATA – Su 18 punti a disposizione, dal 6 gennaio a domenica scorsa, i giallorossi ne hanno conquistati 2. Una miseria. Meno del Palermo ultimo che rischia di retrocedere. Peggio, nel nostro calcio, solo la Pro Vercelli in serie B e il Tritium in Lega Pro, dove il Carpi ha lo stesso passo della Roma. Il crollo, dopo le vacanze di Natale, è stato devastante. Prima dei sei turni senza successi, i giallorossi erano a 2 dal Napoli quarto e a 3 dal terzo posto e avevano 6 punti più del Milan. Proprio queste due formazioni hanno raccolto più di tutte le altre formazioni della serie A, 14 punti, mentre la formazione oggi guidata da Andreazzoli è a 10 dalla zona Champions. Pallotta è deluso e nelle prossime ore potrebbe intervenire. A parole, per ora. Il nuovo tecnico, invece, convocherà oggi ai giocatori. Per imporre una maggiore disciplina.
IL RECORD CAPOVOLTO – Il dato che più fa riflettere è un altro: la decima sconfitta in questo torneo, la quarta nelle sei gare del 2013, fa scivolare la Roma al nono posto. E’ il peggior piazzamento, dopo 24 giornate, da quando il campionato è a 20 squadre. I giallorossi avevano un punto in più anche nella stagione 2004-2005, quella dei quattro allenatori in panchina: erano settimi e quella resta la peggiore performance nelle otto annate che hanno preceduto questa. Luis Enrique aveva 4 punti in più e in classifica vedeva comunque la luce grazie a una decorosa quinta posizione, con i 12 punti raccolti nelle prime sei gare del 2012. Solo due volte nella storia del club si è registrato un andamento così lento: nel ’68 e nel ’73.
LA STRATEGIA – «Ho obiettivi in testa e me li tengo per me. Poi, quando li raggiungo, tutti sapranno». Allegri non svela il suo piano. Ma non è difficile capire, dopo l’ultimo attacco di Berlusconi: vuole raggiungere il terzo posto («Un mese e mezzo fa sembrava impensabile») e dimettersi. Per accettare l’offerta della Roma (c’è anche il Napoli, se andrà via Mazzarri). Galliani, legato al tecnico livornese, esclude l’addio: «Il presidente ha chiamato Allegri sabato sera e il sottoscritto domenica mattina per spiegare il senso delle cose che ha detto. Allegri ha un contratto e, lo dico per la duecentosettantesima volta, sarà l’allenatore del Milan pure l’anno prossimo».