(D. Galli) – «Prendetevela con me».Prendetevela con James Pallotta, lasciate stare la Roma. Dall’America interviene il presidente. Per predicare calma. Perché il clima attorno alla società è diventato insostenibile, perché adesso nel frullatore delle polemiche ci sono veramente tutti. C’è il direttore generale Baldini, c’è il direttore sportivo Sabatini, ci sono i calciatori, c’è soprattutto Osvaldo che chiede scusa ma chissà se basterà a far dimenticare all’Olimpico l’atto nefando di Marassi. C’è la Roma.
Zitti tutti, parla Pallotta. Queste sono le sue parole. «Anche se non abbiamo ottenuto risultati molto soddisfacenti di recente, ho una grande fiducia nei nostri giocatori e nel nostro staff. Come ho già detto più volte, stiamo costruendo un organico societario ed una squadra che necessitano di tempo affinché possano diventare l’orgoglio di Roma. In questi periodi di transizione esistono sempre casi in cui, col senno di poi, si sarebbero potute fare scelte differenti, ma non intendo prendere decisioni di facciata solo per soddisfare i bisogni di qualcuno a breve termine. Sono dispiaciuto poiché sono cosciente del fatto che tutti vorremmo raggiungere rapidamente i risultati sperati, ma credo che, dal momento in cui sono divenuto Presidente sette mesi fa, abbiamo fatto passi in avanti sotto molti aspetti per raggiungere quei risultati a lungo termine e quella grandezza a cui puntiamo per il bene della Roma. Attaccare quotidianamente i nostri dirigenti come Baldini e Sabatini è inutile e non porta alcun risultato. Se preferite, prendetevela con me».
Il senso del messaggio presidenziale è chiaro. Pallotta non nega che possano essere stati commessi degli errori da parte del management, ma chiede un altro po’ di pazienza. «Esistono sempre casi in cui, col senno di poi, si sarebbero potute fare scelte differenti». È una frase chiave. Scelte gestionali, scelte sull’area tecnica, scelte che stanno oscurando altre scelte. Come quelle che ai tifosi interessano meno ma che poi sono il futuro: le intese con la Disney, la Volkswagen, la Royal Caribbean, le politiche di apertura verso i non tesserati e le famiglie, il dialogo diretto su Facebook, Twitter, Pinterest, lo sviluppo del canale YouTube, l’impegno per Roma Channel.
Novità positive che inevitabilmente finiscono in secondo piano quando non centri l’Europa nel tuo primo anno e rischi di restare fuori anche nel secondo.
Il comunicato di Pallotta ha un’origine semplicissima. Stava commentando al telefono con uno dei suoi manager quello che avete letto. «Ma perché non lo rendiamo pubblico?», gli ha chiesto il suo interlocutore. Detto, fatto. Mail spedita. A Trigoria si sono limitati a tradurla. Pallotta ci teneva al passaggio conclusivo: «Se preferite, prendetevela con me». Le sue parole hanno un valore ulteriore. L’obiettivo era quello di dimostrare al popolo romanista che un presidente c’è e segue da vicino le cose giallorosse. Vede le partite della Roma in diretta e dopo chiama i suoi dirigenti per domandare come stanno i giocatori, per capire come e dove intervenire. Ha un filo diretto continuo con il management. È esuberante, scrive fino a quando in Italia è notte inoltrata e il giorno dopo – accade quotidianamente – legge la rassegna stampa che gli viene tradotta.
Un presidente c’è. Se preferite, prendetevela con lui. (…)