Non chiamatela partita di calcio. Roma-Juventus è più di un pallone che rotola su di un manto erboso rincorso da 22 giocatori. E’ uno scontro tra stili, tra modi di essere. Roma-Juventus è nord contro sud, è sole contro neve, è passione contro trofei e danari. Roma-Juventus è quella partita che come escono i calendari vai cercare diretto, senza pensarci, dopo il derby ovviamente. E’ quella sfida che ogni anno aspetti con trepidazione, perché ce l’hai appuntata sulla tua piccola agendina e man mano che i giorni passano, lasciando scivolare le pagine fra le dita della mano, inizi a sentirla sempre di più. Roma-Juventus è una partita che ha acceso l’entusiasmo e la rivalità d’intere generazioni, pronte a battersi per sostenere le proprie fedi, i propri ideali. E’ quella partita in cui chi sta in campo la gamba difficilmente la leva, perchè arrivare per primo sul pallone, segnare una rete e portarsi a casa la vittoria di una gara del genera, è un qualcosa di speciale. Come speciale sarà sabato sera lOlimpico, dove Roma e Juventus si affronteranno per l’ottantunesima volta dal ’29 ad oggi: i giallorossi di Andreazzoli, reduci dalla pesante sconfitta di Genova, cercano il riscatto davanti al proprio pubblico contro la rivale di sempre; i bianconeri di Conte, dopo i 3 gol rifilati al Celtic in Champions, sono pronti ad allungare anche in campionato ed a blindare la prima posizione in classifica. In una gara dalle mille emozioni, sarà fondamentale mantenere lucidità e controllo durante tutti e 90 i minuti di gioco. Gioco, le cui chiavi sono affidate ai registi delle due compagini: Daniele De Rossi ed Andrea Pirlo. Il primo la Roma ce l’ha nel cuore sin da bambino, quando con quella maglietta giallorossa addosso già gridava Forza Roma a tutto spiano; quello tra Pirlo e la Juve è un matrimonio giovane, ma che in due anni si è rafforzato sempre di più, fino a farlo diventare uno dei baluardi dell’armata bianconera. Entrambi nazionali e campioni del mondo, sono dotati di grande tecnica e di una visione totale del campo, che permette loro di cambiare gioco, far circolare il pallone e servire i compagni con estrema facilità. E sabato sera, per l’ennesima volta saranno chiamati a salire sul palco e a dirigere l’orchestra, a suon di giocate e passaggi smarcanti. Dunque che il duello abbia inizio, Roma-Juventus passa per i loro piedi.
DANIELE DE ROSSI
Daniele De Rossi nasce ad Ostia il 24 luglio 1983. Inizia a giocare a calcio inizia a giocare ben presto nel settore giovanile dell’Ostiamare, quindi passa alla Associazione Sportiva Roma, della quale il padre Alberto è l’allenatore della squadraPrimavera. Già convocato in prima squadra nella stagione 2000-2001, nel 2001-2002 l’allenatoreFabio Capello lo fa esordire tra i professionisti il 30 ottobre 2001, a 18 anni, facendolo entrare al posto di Tomic nel secondo tempo della partita di Champions League Roma-Anderlecht (1-1). Nella sua stagione di esordio viene impiegato anche in 3 gare di Coppa Italia. La stagione successiva, il 25 gennaio 2003, a 19 anni esordisce in Serie A nella partita Como-Roma (2-0). Il 10 maggio viene schierato da titolare per la prima volta e realizza il suo primo gol in A nella partita casalinga contro il Torino (3-1). Nella stagione Nel 2004-2005, a 21 anni diventa titolare nella Roma, e ad inizio stagione esordisce in Nazionale maggiore. Nella stagione seguente, con Spalletti allenatore, De Rossi diventa un leader della squadra, tanto da meritarsi per la prima volta la fascia di capitano, il 15 marzo 2006 nella partita di Coppa UEFA contro il Middlesbrough. Ad oggi, Daniele De Rossi, idolo indiscusso della piazza romana, vanta 407 presenze e 47 reti in gare ufficiale con la maglia della Roma. Lo scorso 6 febbraio 2012 ha prolungato il suo contratto con la società fino al 30 giugno 2017, firmando di fatto un atto d’amore che lo legherà ai colori che tifa sin da bambino fino a fine carriera.
ANDREA PIRLO
Andrea Pirlo nasce nasce a Brescia il 19 maggio 1979. Dopo aver mosso i primi passi nel Flero e nella Voluntas, nel 1992 entra nel settore giovanile del Brescia, giocando come mezzapunta. Nella stagione 1994-1995 ha ottenuto la sua prima presenza tra i professionisti, quando il 21 maggio 1995, con il Brescia già retrocesso, esordisce in Serie A sostituendo Marco Schenardi nella partita Reggiana-Brescia (2-0) disputata allo Stadio Giglio, diventando a 16 anni e 2 giorni il più giovane esordiente della squadra lombarda nella massima serie. Nella stagione 1996-1997 entra a far parte della prima squadra, sotto la guida dell’allenatore Edoardo Reja, e con 17 presenze e 2 reti contribuisce alla promozione del Brescia, che vince il campionato di Serie B. La stagione seguente viene schierato da titolare in Serie A, dove realizza 4 gol in 29 presenze, ma non riesce ad evitare una nuova retrocessione della sua squadra. Nel 1998, a 19 anni, viene ingaggiato dall’Inter, dove ottiene 18 presenze in campionato partendo spesso dalla panchina. Nelle due stagioni seguenti, i nerazzurri lo mandano in prestito prima alla Reggina e poi al Brescia. Proprio nella sua città natale trova Carlo Mazzone, il quale decide di arretrare la sua posizione in campo, impiegandolo come regista di centrocampo, per farlo giocare insieme a Roberto Baggio. Fuori dai progetti nerazzurri, nel 2001 viene ceduto al Milan: con la maglia rossonera, schierato davanti alla difesa da Carlo Ancellotti, ottiene la propria consacrzione. Con la maglia del Milan ha disputato 401 partite ufficiali nelle quali ha segnato 41 gol e ha vinto 2 Champions League, una Coppa del mondo per club, 2 scudetti, 2 Supercoppe europee, una Coppa Italiae una Supercoppa italiana. Il 24 maggio 2011, in cadenza di contratto, viene ingaggiato a parametro zero dalla Juventus: con la maglia biancorera vanta ad oggi 71n presenze ed 8 reti in gare ufficiali.
A cura di Edwin Iacobacci