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IL MESSAGGERO Roma, occasione unica

Allenamento AS Roma

(U.Trani) – «L’occasione è unica»Per la Roma e anche per lui. Aurelio Andreazzoli sente che può essere la notte della svolta per questa squadra, spaesata e fiacca, fin qui incapace di vincere in campionato nel 2013, 6 partite e solo 2 punti, e per se stesso, tecnico a tempo su una panchina scomoda.

Il nuovo allenatore cerca con convinzione il risultato di prestigio contro la Juve che non perde all’Olimpico dall’8 febbraio 2004, quando Totti mostrò le quattro dita per dire «zitti e casa» ai rivali, anche per riconquistare la tifoseria, delusa e in fermento per la stagione che sta prendendo una brutta piega. La risposta della gente è da prima serata, la sfida è sentita pure se Zeman, nemico storico dei bianconeri, se la dovrà guardare da casa: previsti quasi 55 mila spettatori, con disponibilità di biglietti solo per la tribuna Monte Mario.

IL DISTACCO SPROPOSITATO – La Roma vedrà la Juve da vicino all’Olimpico. In classifica è invece lontanissima, prima con 21 punti in più dei giallorossi, inchiodati al nono posto«I numeri dicono che è una sfida impari, sicuramente loro sono più avanti di noi. In tutto». Ma Andreazzoli non guarda al distacco. Anzi, con orgoglio, avverte: «I valori delle due squadre non sono quelli che evidenzia la classifica. Giocare contro i campioni d’Italia è l’ideale. E’ chance irripetibile. Per ripartire. Possiamo competere alla pari contro i migliori e dimostrare che siamo in grado di fare un risultato importante». Ci mette ancora la faccia per i giocatori. «Vedrete che non mancheremo come impegno e convinzione. E spero anche come cattiveria».

L’OBIETTIVO – La Roma è fragile dietro, 45 gol subiti, la Juve ha invece la migliore difesa del torneo, 16 reti incassate. E’ in questo dato il divario tra le due formazioni che hanno il miglior attacco della serie A con 50 gol. «Io stimo moltissimo la Juve e Conte ha fatto un grande lavoro, merita i complimenti. Proprio per questo ho preparato la gara in modo maniacale. Comunque ogni partita, dando tre punti, può essere decisiva per restituire certezze a questo gruppo». Andreazzoli cerca solo il primo successo in campionato nel nuovo anno, senza sbilanciarsi sulle ambizioni della Roma«Cerchiamo di uscire da questa situazione facendo risultati ogni domenica. Poi a fine anno tiriamo le somme e vediamo dove siamo. Cerchiamo di arrivare più in alto possibile, puntando alla zona Uefa e alla Coppa Italia. Ma bisogna essere anche realisti: la situazione non è così facile, la classifica la conosciamo. Facciamo il massimo per l’obiettivo imminente. Non stiamo certo a pensare a quello che sarà a giugno o a maggio». La caduta di Genova ha rallentato il suo piano.«Sarebbe servito il risultato per l’autostima e in assoluto per l’aspetto psicologico, difetto che esiste e sul quale ci stiamo concentrando». «Un piccolo risultato, però, lo abbiamo ottenuto» aggiunge. «Abbiamo notato il dolore per la sconfitta».

LE CONTRADDIZIONI – Cambia versione, in pochi minuti, sugli strascichi del rigore rubato da Osvaldo a Totti nella gara di Marassi. Inizia con la predica, smentendo di aver parlato con Totti«Mi piacerebbe, se fosse possibile ma non lo è, raccontarvi come sono andate le cose fra noi. Che sono esattamente il contrario di quanto è stato riportato con cattiveria in questa settimana in alcuni articoli. In particolare su Osvaldo. Nel chiarimento c’è stato amore. Se escono fuori storie come il capitano ripreso dalla società o dall’allenatore sono falsità messe in giro per disturbare». Finisce con l’ammissione, di aver discusso pure con Totti:«Osvaldo si è reso conto di aver fatto una cosa che poteva anche non fare. Ne abbiamo parlato a lungo, anche con il capitano, in toni piacevoli. Non so da dove escono certe cose».Strano.

L’ACCUSA ALLA PIAZZA – Per difendere Osvaldo, attacca l’ambiente. Il discorso non aiuta il club in un momento così delicato: «Noi auspichiamo di avere qui giocatori importanti e non è un bel biglietto da visita per la città e la società avere tifosi che rovinano le auto. Se fossi un giocatore forte non andrei alla Roma ma da un’altra parte». Andreazzoli, però, è allenatore. «Godo a fare questo lavoro». A Trigoria e non altrove. Dove prova Piris nella difesa a tre e pensa a Perrotta dietro a Totti se Osvaldo non recupera.

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