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IL MESSAGGERO Totti la bomba. La Juve è servita

Totti

(U. Trani) – La prima dell’anno è la più voluta: la Roma finalmente vince in campionato nel 2013 e aspetta per riuscirci proprio la Juve campione che non perdeva all’Olimpico, contro i giallorossi, da nove anni, dall’8 febbraio del 2004. A firmare il successo è Totti. Sempre lui, presente e disponibile per la sua squadra del cuore. Il suo urlo di rabbia è anche quello della gente che, almeno per una notte, si consola con una classifica migliore. Settimo posto.

LA FORMULA-  Finisce 1 a 0. Dal 25 novembre, vittoria di misura a Pescara, la Roma aveva sempre preso gol. Le modifiche tattiche per la serata contro la prima in classifica sono efficaci per non crollare. Anche la Juve si presenta con 50 gol, ora i giallorossi ne hanno segnato uno in più. Ma la difesa ha retto e fa la differenza proprio contro il reparto meno battuto. Andreazzoli opta per il 3-4-2-1. Il sistema di gioco è offensivo negli interpreti, con Lamela e Totti dietro a Osvaldo e con Pjanic arretrato da regista accanto a De Rossi. L’atteggiamento è però prudente. Perché sulle corsie esterne Torosidis, prima da titolare, e Marquinho, si abbassano sulla linea dei centrali difensivi. Lamela ha il compito di infastidire Pirlo e, in fase di non possesso palla, scivola in mezzo ai due mediani giallorossi per un assetto più compatto. La Roma si affida al contropiede, soluzione mai scelta in questa stagione, nemmeno domenica scorsa a Marassi nel pomeriggio del debutto del nuovo tecnico.

DE ROSSI E TOTTI SQUALIFICATI-  Nel primo tempo Andreazzoli perde i due capitani per Bergamo: ammoniti e diffidati, De Rossi e Totti domenica prossima mancheranno nella delicata gara contro l’Atalanta. I cartellini gialli sono la conseguenza del lavoro difensivo chiesto da Andreazzoli ai suoi giocatori per infastidire la Juve che, a parte la fase iniziale, decide di prendersi l’iniziativa. Osvaldo conclude centrale e Buffon blocca; subito dopo salta, decentrandosi il portiere ma nessun compagno lo segue e il passaggio risulta inutile. Barzagli, Bonucci e Caceres non faticano con Dani che lotta e ci prova.

BENE STEKELEBURG–  Vucinic, per la prima volta da ex all’Olimpico, e Matri non sfondano in mezzo. Burdisso e soprattutto Marquinhos sono attenti e tosti. Anche Piris, accentrato per l’emergenza, fa il suo. Pirlo comanda in campo. E su punizione, al diciannovesimo, sta per lasciare il segno. Stekelenburg si supera, arrivando nell’angolo basso con la mano sinistra per la deviazione in angolo. La Roma non rischia, anche perché i bianconeri non alzano il ritmo, probabilmente stanchi per la trasferta di martedì a Glasgow. L’assenza di Marchisio incide.

LA DECIMA DI BUFFON – Pjanic, nella ripresa, va meglio di Pirlo e inventa gioco per i compagni che adesso sono più spigliati e anche più intraprendenti. Totti ha il destro ispirato e lancia Osvaldo che conclude con un diagonale troppo largo. Torosidis è chiuso da Asamoah, Buffon vola sul destro da fuori di Pjanic. Stekelenburg fa solo una paratina su Matri, mentre Osvaldo, su cross di Torosidis, di testa impegna il portiere bianconero. Conte fa uscire Asamoah e Vucinic, dentro Padoin e Giovinco, mosse che non arginano l’onda giallorossa. È Totti al tredicesimo a scaricare di rabbia alle spalle dell’amico: destro potente, 113 km/h, per il vantaggio della Roma. Buffon, con 10 reti subite, è il portiere punito più volte dal capitano giallorosso che adesso, con 224 gol, è a meno uno da Nordahl, secondo tra i bomber di sempre.

CONTE SORPRESO – Il tecnico bianconero non sa come comportarsi, anche perché a metà tempo Andreazzoli rinforza il centrocampo con Bradley, chiamando in panchina Pjanic. Torosidis spinge bene a destra, Conte a venti minuti dalla fine rinuncia a Vidal e dà spazio ad Anelka. È la mossa della disperazione: 4-3-3. Ma è la Roma che, in contropiede, potrebbe segnare ancora. Dentro Balzaretti per Marquinho e Florenzi per la standig ovation a Totti. Prima dell’abbraccio coinvolge tutti, con la squadra al completo a ringraziare la Sud.

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