Nuovo appuntamento per la rubrica di GazzettaGiallorossa.it, che ha il compito di analizzare il meglio e il peggio dell’ultimo week-end calcistico, tra top e flop.
VOTO 0 INTER:
La compagine nerazzurra affonda nella trasferta del Franchi con un pesante 4-1 subito sotto i colpi inferti dai due giovani alfieri Viola, Jovetic e Ljajic, autori di una doppietta a testa. L’infortunio di Diego Milito in Europa League pesa come un macigno sulla squadra incapace con i soli Cassano e Palacio di impensierire l’attenta difesa ospite. In più la retroguardia del biscione di contro è sembrata non all’altezza della situazione. Stra…male.
VOTO 1 NAPOLI:
Uno come il punto ottenuto nella gara casalinga contro i blucerchiati. Nel momento in cui vincere significava fare la differenza e attaccare definitivamente le montagne alla ricerca della conquista della vetta, la squadra guidata da Walter Mazzarri, si scioglie come neve al sole e non va oltre lo 0-0 nella sfida interna con la Sampdoria. Troppo poco l’estro di Insigne e il palo colpito da Hamsik, per meritarsi i tre punti e mantenere saldi i sogni scudetto. Ciuccio.
VOTO 2 PESCARA:
Alla quinta sconfitta nelle ultime sei giornate di campionato la situazione si fa veramente drammatica per il Pescara di Cristiano Bergodi: il gioco latita, la squadra ha perso fiducia nei propri mezzi e, soprattutto, il distacco dalla quartultima, il Genoa, è salito a 4 punti. I biancoazzurri, inoltre, sono riusciti a far perdere la pazienza anche al pubblico di casa che, nel corso del match perso per 2-0 con il Cagliari, ha più volte rumoreggiato contro giocatori e dirigenti. Cinquina.
VOTO 3 PADELLI:
Il secondo di Brkic, ancora fermo ai box a causa della frattura subita alla mano destra, esce in maniera scriteriata regalando il gol risolutivo nella sfida esterna contro il Genoa al capoccione del buon Juraj Kucka; con questo errore l’estremo difensore friulano resta su livelli medio bassi confermandosi, visto anche il suo viso da belloccio, più attore da fotoromanzo che portiere di Serie A. Grand Hotel.
VOTO 4 CHIEVO-PALERMO:
Solito copione già scritto per un pareggio auspicabile e prevedibile anche da un bambino di 5 anni. Lo spettacolo dimostrato dalle due squadre è sempre lo stesso, anche se un mezzo punto in meno andrebbe assegnato al Palermo: il cambio in panchina con l’arrivo di Malesani, fino ad ora, non ha trasmesso molto alla squadra rosanero ancora saldamente incollata all’ultima posizione delle classifica con 19 punti e destinata ad una lotta difficile per la salvezza. Media da B.
VOTO 5 OROLOGI:
Mazzarri che lo indica nel corso di tutti i novanta minuti segnalando all’arbitro il tempo da recuperare sin dal primo minuto di gioco in maniera piuttosto ridicola. E Marek Hamsik, rapinato per la seconda volta nella sua avventura partenopea sulla tangenziale che lo portava all’aeroporto per prendere la sua ragazza, con una pistola alla tempia e la conseguente consegna del rolex d’oro da 25 mila euro. Tieni il tempo.
VOTO 6 EMEGHARA-SIENA:
Il voto è basso a confronto di quello che l’attaccante nigeriano ha fatto vedere nelle sue prime tre uscite italiane e lo sappiamo, ma senza di lui difficilmente la squadra senese otterrebbe la sufficienza piena per quanto dimostrato fino ad ora in campionato. Terzo risultato utile consecutivo negli ultimi tre turni e score di due vittorie (Inter e Lazio) ed un pareggio (Bologna). Niente male comunque per confidare nella salvezza. Speranza.
VOTO 7 SAU:
Alla faccia delle patrie galere di Cellino, il bomber tascabile sardo timbra una pregevole doppietta in terra abruzzese. La prima marcatura arriva grazie ad un colpo di testa preciso che si insacca alla sinistra di Perini, mentre la seconda è frutto di un movimento da grande attaccante in area di rigore con un mancino beffardo quanto letale. Resta uno dei pochi a non aver pagato pedaggio nel salto dalla B alla A, raggiungendo i 10 gol nella massima divisione. Mascatzu (Folletto).
VOTO 8 CERCI:
Anche il ct della nazionale Cesare Prandelli, era presente al Comunale di Torino per seguirlo e il talento scuola Roma, non tradisce le attese sfoderando una grande prestazione condita da un gol di pregevole fattura. Classica posizione larga a destra con licenza di accentrarsi con il mancino che gli frutta nel finale di primo tempo un gol decisivo per i granata e la possibile prima convocazione in azzurro. Per lui vale lo stesso discorso fatto per tanti altri calciatori, ovvero, se avesse la testa sarebbe un fuoriclasse. La potenza è nulla senza controllo.
VOTO 9 BALOTELLI “CONTRO” NIANG:
Più che il gol su calcio di punizione (quarta marcatura in tre partite dal suo ritorno nel massimo campionato italiano), sottolineiamo ed elogiamo la tracotanza dimostrata da parte dell’attaccante della nazionale nell’allontanare, al momento della battuta a rete, l’altro talento rossonero Niang garantendo la segnatura come questa venisse in modo del tutto naturale. Inutile dire che tutto ciò poco dopo si dimostra assolutamente reale con un destro potente a girare sopra la barriera, imparabile per Pavarini. Futuro.
VOTO 10 TOTTI:
Ci sono cose che vanno al di là del calcio e del solo gesto tecnico. Travalicano la materia per andare dritto al cuore e riempire il vuoto, lasciando stropicciare gli occhi con la bocca aperta in un misto di stupore e potere. Il meteorite scagliato da Francesco Totti in Roma-Juventus, vale tutto questo e mille altre emozioni, gesti e momenti vissuti in questi 20 anni coincisi con la crescita parallela di chi scrive e chi orchestra in mezzo al campo con la fascia da capitano sul braccio e la fierezza di un calcio che non esiste e non esisterà più. La sintesi perfetta di quello che ogni bambino sogna di essere. Duncan MacLeod.
A cura di Rocky & Apollo