(F. Maccheroni) – La normalità esplosa nella Roma è uno schiaffo a una stagione mortificata da una religione fessa, quella dell’ego. C’è un senso di giustizia nel vedere che schierando in campo i giocatori migliori, con una difesa sobria, sia arrivato il risultato più bello della stagione. Lo diciamo senza dimenticare le grandi prove contro Milan e Fiorentina, perché qui c’è un futuro, una riga nera sul passato. Ora al lavoro: basta scommesse, serve un allenatore vero. La normalità è anche il gol di Totti: normale che uno così faccia una cosa così. Ora attenzione: la Juve dopo la Coppa è meno Juve, la Roma alle corde, senza via di scampo, è qualcosa di più. E già domenica a Bergamo senza Totti e De Rossi avrà qualcosa in meno. L’altra normalità è Petkovic che vuole restituire alla Lazio il terzo posto insidiato dalla squadra più pericolosa, il Milan. Senza Klose era scritto che la Lazio dovesse pagare qualcosa. Ma dietro Klose ci sono sette vite, un’anima che è paragonabile con quella delle grandi stagioni biancocelesti. Ma stavolta si gioca con una coperta cortissima e si copre quasi tutto. In salita, anche a Siena, ma è così che l’impresa diventa epica.