(E.Menghi) – Un pianto d’amore. Dopo il gol dell’1-1 al Foggia di Zeman, il 20 marzo del 1994, Giannini versava lacrime di gioia, perché sapeva di aver salvato la Roma di Mazzone dalla condanna della serie B: «Ho fatto svanire l’incubo», raccontava allora. Il bolide di Totti nella porta di Buffon non può non riportare alla memoria quel momento: due capitani al comando, una stagione da salvare.
Il gol alla Juventus le ha ricordato quell’episodio?
«Quello era un momento più drammatico, ma se andiamo ad analizzare l’importanza credo di sì. Da ora in poi la Roma può fare un altro tipo di campionato e all’epoca fu uguale, perché dopo quella partita con il Foggia sfiorammo addirittura la Coppa Uefa».
Quanto conta che sia stato proprio il capitano a firmare la vittoria?
«È stato fondamentale, perché si era esposto con alcune dichiarazioni e ha completato la settimana con prestazione e gol: è filato tutto come doveva».
E ora dove può arrivare la Roma?
«Adesso deve lavorare di partita in partita. Questa vittoria è servita per ridare sicurezza ai giocatori. Con questo risultato positivo, una squadra può invertire le cose. All’epoca ci riuscii io, ora Francesco. Sono sicuro che vedremo un’altra Roma».
A partire dal rapporto con il pubblico?
«I giocatori sono stati bravi a fare un passo verso i tifosi, facendo il riscaldamento sotto la curva. Ha portato anche bene: da ora in poi sempre così».
Come giudica l’intervento di Totti su Pirlo?
«Sono scontri di gioco che possono capitare, soprattutto in una partita così sentita. I giocatori entrano carichi, non c’è stata cattiveria, credo siano amici. Francesco non era da espellere, non c’è stata volontarietà: ha reagito d’istinto per coprirsi e non farsi male, mettendo il piede a martello».
In generale, le è piaciuta la Roma?
«Si è visto più equilibrio, più attenzione e tutto sommato è stata una buona partita, soprattutto nel secondo tempo».