La Roma nel cuore, il calcetto per passione, e poi l’Aniene, il circolo diventato il suo gioiello. Giovanni Malagò, 54 anni il prossimo 13 marzo, papà separato di Vittoria e Ludovica, le gemelle 25enni avute da Lucrezia Lante della Rovere, in Giunta nel 2000 e poi nel 2009, è il nuovo presidente del Coni.
Una laurea in economia e commercio con il massimo dei voti, è un imprenditore (Samocar) che non ha mai nascosto la grande passione per lo sport: da ‘agonista’ ha praticato il calcio a 5, vincendo tre titoli italiani con la Roma RCB e con la Nazionale ha partecipato ai mondiali in Brasile nel 1986. Nel suo curriculum sportivo ci sono però anche tennis, sci, nuoto, atletica, basket e canottaggio.
LA CARRIERA – Poi il salto dietro la scrivania: dal 1997 è presidente del Circolo Canottieri Aniene, uno dei più prestigiosi della Capitale, che sotto la sua direzione è diventato anche la casa di atleti di vertice: la sua campagna acquisti ha portato sulle rive del fiume capitolino campionesse come Federica Pellegrini, Josefa Idem e Alessandra Sensini. Da dirigente sportivo ha presieduto il comitato organizzatore degli Internazionali di tennis (98-99) e la Virtus Roma di basket (2000-2001): nel 2002 ha ricevuto la Stella d’oro al merito sportivo, è stato presidente dei mondiali di nuoto Roma 2009 e consigliere e membro del comitato d’onore per la candidatura, fallita, di Roma per i Giochi del 2020. Presiede anche l’Acquaniene, un centro sportivo polifunzionale. Da imprenditore si occupa, tra l’altro, di auto di lusso.
ROMANISTA – Ma il suo nome è spesso legato al gossip: tanti i flirt veri o presunti che gli sono stati attribuiti da Monica Bellucci a Alessia Marcuzzi (sue grandi amiche), e ancora Valeria Marini e Anna Falchi. Animatore dei salotti romani più ‘in’, Malagò ha legato il suo nome anche alla cultura (è tra l’altro nel Cda dell’Auditorium parco della musica) e al sociale (socio onorario del’Ail, l’associazione contro le leucemie e socio promotore e consigliere dell’associazione Amici dell’ospedale bambino Gesù). La domenica fisso il posto in tribuna per seguire i giallorossi: “Alla Roma penso spesso, non l’ho mai cronometrato – disse una volta – ma come posso ci penso“. Ora dovrà pensare al calcio in altro modo: tra i punti del suo programma elettorale c’era l’esclusione dello sport più famoso dal governo del Coni. I 40 voti che lo hanno portato alla guida del comitato olimpico metteranno quest’idea alla prova dei fatti.