E alla fine gli arabi arrivarono sul serio. Cinque anni dopo quelli solo virtuali che Rosella Sensi utilizzò per spaventare George Soros, ecco lo sceicco giordano Adnan Adel Aref Qaddumi qatarino di origine ma italiano di adozione. Ricco, ricchissimo, ma non fesso. Vediamo perché.
GIA’ A ROMA — Da 25 anni vivrebbe a Roma, anche se nessuno se ne era accorto, e ha il nostro passaporto. Chi gli ha fatto i conti in tasca, giura che ha un portfolio da due miliardi di dollari, messi insieme essenzialmente con il petrolio. Dunque, potrebbe comprarsi qualche decina di Rome e sfidare i cugini di Parigi e Manchester. E invece, secondo le ultime indiscrezioni, Qaddumi entrerà nel pacchetto di controllo della Roma con un investimento (iniziale?) di 50 milioni di euro, attraverso un aumento di capitale, che servirà a ripianare parte delle perdite (che difficilmente gli americani avrebbero ricoperto) e gli permetterà di rilevare una quota, forse addirittura paritaria, del 60% in mano a Pallotta and friends, lasciando inalterata quella di UniCredit (che presto potrebbe finire al costruttore dello stadio Parnasi). E, ovviamente, mangerà una fetta della torta-stadio, quando sarà.
SCENARI — In cambio, la Roma conquisterà spazi preziosi nel mercato mediorientale. Come si vede, un’operazione complessa, che lascia più di un quesito sul tavolo. La cessione di una parte delle quote all’arabo deve far presagire un passo indietro di Pallotta? Oppure la Roma passerà da una diarchia a un triumvirato? Quanta voce in capitolo avrà Qaddumi? E come gestirà i rapporti con UniCredit? L’impressione, intanto, è che tutti questi soggetti messi insieme non facciano la metà del Soros che nel 2008 fu ad un passo dal comprare la Roma.
Fonte: gazzetta.it
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