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GAZZETTA DELLO SPORT Allarme calendari? Ma se si sa tutto dal 21 dicembre…

Antonio Conte
(Gazzetta dello Sport – R. Beccantini) Fa sorridere l’idea che nel calcio a rischio mafia, camorra, eccetera, l’argomento del mese sia stato il calendario. Tutti, a turno, invocano «più rispetto». Ad Antonio Conte ha replicato Walter Mazzarri.

I precedenti non mancano. Il 27 luglio 2011, proprio il giorno del varo, Aurelio De Laurentiis perse il lume della ragione, onorò i colleghi di un ecumenico «teste di c.» e, senza casco, salì sul primo motorino di passaggio. Non aveva gradito il trattamento riservato al suo Napoli. José Mourinho ricorda ancora quando Adriano Galliani spostò di peso, dalla settimana pre-derby a quella successiva (20-27 gennaio 2010), un seccante Milan-Udinese di Coppa Italia. Per carità: non che all’estero siano più razionali. Ogni tanto, ci casca pure sir Alex Ferguson. E al Bayer Leverrkusen hanno riservato una «doppietta» da sant’uffizio: giovedì Europa League, sabato Bundesliga. Ci provassero con Claudio Lotito. Nel caso specifico, l’infornata di anticipi e posticipi venne diffusa dalla Lega il 21 dicembre scorso, all’indomani dei sorteggi di Champions League (ottavi di finale) ed Europa League (sedicesimi di finale). L’allarme di Conte è scattato l’8 febbraio, alla vigilia di Juventus-Fiorentina.

La cadenza «Fiorentina sabato, Celtic martedì, Roma sabato» non gli era andata giù. E’ un suo diritto. Sarebbe però stato dovere suo, e della società che lo paga, svegliarsi per tempo, visto che lo spezzatino era stato cucinato e servito prima di Natale. Da Napoli hanno opposto la tripletta di Edinson Cavani, «Viktoria Plzen giovedì, Sampdoria domenica, Viktoria Plzen giovedì». A Sky si sono chiesti se fosse giusto anticipare Napoli-Juventus a venerdì per consentire ai bianconeri di preparare in santa pace il ritorno con il Celtic di mercoledì, che oggi è diventato una formalità, ma fino al 12 febbraio riassumeva lo snodo della stagione. Giusto o no, Milan-Parma si è giocata di venerdì per non disturbare l’operazione Barcellona, in programma mercoledì. E allora? Sono argomenti che ricorrono e si rincorrono da anni, sempre ed esclusivamente in funzione delle singole botteghe. Più si gioca, più risulta complicato pianificare gli incroci. In Italia, poi, le entrate televisive rappresentano quasi tutta la torta, non la fetta più robusta; ne consegue che la spalmatura delle Grandi diventi un obiettivo da perseguire a troppi costi, inclusi quei tamponamenti che i tifosi traducono con il vocabolario del vittimismo: sabotaggi, complotti, scarso peso politico. In pratica, si gioca ormai da venerdì a lunedì. Come negli altri campionati e, in alcune circostanze, addirittura di più.

Le zuffe accese da pretesti così puerili costituiscono l’ennesimo segnale di un ambiente che preferisce nascondersi nel futile pur di evitare il serio, il grave.
Questo, a naso, dovrebbe essere il tempo per dedicarsi a problemi meno vaghi, tra goleade sospette perfino al torneo di Viareggio, presidenti e stadi nel mirino della giustizia, procure a caccia di «over» fraudolenti. Ripeto: la lenzuolata di anticipi e posticipi (fino a tutta la decima giornata di ritorno, 16-17 marzo) è stata divulgata il 21 dicembre. La prossima volta, nessun dorma.

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