(G. Giubilo) – Nella vicenda dello Sceicco, che tanto spazio ha tolto ai nostri pensieri, meritevoli di essere rivolti a cose più serie, per ora c’è soltanto un punto fermo: l’intransigenza della società sulla scadenza per vedere moneta sonante.
Ma a complicarci ulteriormente la vita intervengono anche dellle sponsorizzazioni sgradevoli e inquietanti. Non bastava Michele Padovano, che attende altri gradi di giudizio, ma intanto ha sulle spalle una condanna a otto anni e otto mesi, ecco irrompere la Lega Nord.
Gigi Moncalvo, che da direttore della «Padania» non aveva mai risparmiato veleni alla Roma e alla Capitale, si è fatto vivo con una serie di insinuazioni e malevoli pensieri che la società farebbe bene a rimandare al mittente con urgenza. Della Val Padana abbiamo apprezzato vivamente l’ottimo Grana, non individui che, per le loro inclinazioni è anche difficile accostare a qualcuno considerato, a torto, esponente del Terzo Mondo. A questo punto diventa quasi un auspicio, da parte del tifo giallorosso, che l’affare miliardario torni alla dimensione di produttrice di mozzarelle, leggi bufala.
Se così non fosse, sarebbe comunque indispensabile che questi improvvisati fiancheggiatori restassero lontani da Trigoria. Negli anni, non sarebbe la prima volta, anche se è sperabile sia l’ultima, che la nostra amata città rischierebbe la fama di «vigna dei cojoni», per usare una colorita espressione casalinga. Sappiamo tutti come sia finita la leggenda di Vinicio Fioranelli, condannato per aggiotaggio dopo avere affermato di avere acquistato la società.
Momenti forse peggiori aveva attraversato la Lazio, prima con la cordata di San Marino che doveva fare da paravento al clan dei Casalesi. Poi, per non farci mancare nulla, era arrivata la mozione degli affetti a nascondere il compratore fantasma, un ungherese del quale si sono perse la tracce. Dovremmo avere imparato a tenere la guardia alta.