(M.Cecchini) – A volte nella vita il problema è la voglia di emulazione. Pensate a Erik Lamela: 21 anni compiuti tre giorni fa, costo storico a bilancio 20.260.000 euro e un ingaggio lordo di 2.150.000 (più premi).
Ecco, è stato bello vederlo sul canale tematico sventolare la maglia del suo idolo Rajon Rondo (grazioso dono del presidente Pallotta), play dei Boston Celtics, ma chissà che non gli sia venuto un retropensiero da professionista, tipo: accidenti, lui però guadagna 14 milioni di dollari! Alla Roma, d’altronde, qualche brivido c’è, visto che la corte del Manchester City si fa sempre più serrata. Roberto Mancini è andato a vederlo a Genova contro la Samp, Vieira domenica era all’Olimpico per la partita col Genoa e nel frattempo l’amicone Aguero — che pochi mesi fa è stato ospite del giallorosso a Roma — lo bombarda di sms invitandolo nella colonia argentina in cui spiccano Zabaleta e Tevez. Buon per il club che Lamela a Roma si trova benissimo, potendo anche sventolare numeri brillanti (11 gol), anche se in questo 2013 ha fatto gol solo nella partita persa contro la Samp. «L’importante è che stiamo prendendo quota — dice l’argentino —. Ora ci aspetta la gara con l’Udinese, che è importante per la continuità e per scalare la classifica. Servirebbe un mio gol. Anche se abbiamo perso molte partite il terzo posto è ancora vicino. Dipenderà da noi. Grazie alla mia famiglia sono tranquillo e credo di stare facendo abbastanza bene ma posso fare meglio, con l’aiuto dei compagni». A chi lo paragona a Pastore, replica sereno: «Non sapevo di aver segnato di più, ma lui è fortissimo. Messi o Maradona? Messi è unico, non è normale. Se somiglio a Kakà o Cristiano Ronaldo? Loro sono troppo forti a livello mondiale. Mi manca tantissimo per raggiungerli, però so che posso dare di più. Se si lavora e ci si impegna, si può migliorare». Sulla collocazione in campo dice: «Mi trovavo bene come attaccante destro. Ora sto cambiando la posizione e faccio ciò che mi chiede Andreazzoli. Posso fare più ruoli, anche quasi il terzino». Basta che in campo ci sia Totti. «All’inizio era strano giocarci insieme, ma posso dire che è molto bello: fa tutto con facilità».
Osvaldo & la Russia Impressioni «lameliane»? La Roma sarebbe disposta a venderlo solo dinanzi ad un’offerta «monstre» che per ora sembra prematura, ma poiché tutti sono convinti che il futuro sia suo, al momento non pare sulla lista dei partenti. Tutto il contrario di Osvaldo, per cui il d.s. Sabatini ha dato mandato a dei suoi uomini di fiducia disondare il mercato russo per avere un’offerta. Da notare che in estate l’attaccante era stato cercato da Anzhi e Rubin, ma Zeman aveva posto il veto sulla sua cessione.
Portafortuna E a proposito di denaro, continua il conto alla rovescia (data limite 14 marzo) riguardo al possibile versamento dei soldi da parte dello sceicco Adnan Adel Aref Al Qaddumi al Shtewi. Fonti vicine a quest’ultimo rivelano come questi — accompagnato al solito da Michele Padovano — anche domenica era all’Olimpico, pur se non in tribuna d’onore. Dicono: «Vedete? Porta fortuna alla Roma». Chissà se anche denaro fresco…