Antonio Carlos Zago, difensore centrale campione d’Italia con la Roma nel 2001, domenica sera prima di Roma-Parma sarà celebrato dall’Olimpico come grande ex della storia giallorossa. In vista dell’evento ha rilasciato la seguente intervista.
Emozionato?
“Sì, moltissimo. Questa maglia mi ha sempre suscitato grandi emozioni. Credo di averla onorata sempre, ogni volta che l’ho indossata. Non a caso con la Roma ho vissuto i momenti migliori della mia carriera”.
Il suo curriculum romanista recita: arrivato a Trigoria nel gennaio ’98, 4 campionati e mezzo da titolare, 1 titolo tricolore.
“Uno scudetto vinto qui vale 10 conquistati con il Milan o la Juventus. È stato un onore far parte di quella rosa così forte. Meritammo quella vittoria, dominammo il torneo dalla prima all’ultima giornata”.
Ricordi di quel 17 giugno, Roma-Parma, ultimo turno di quella stagione?
“Si creò un po’ di giusta tensione nella settimana che precedette la partita con il Parma, dato che a Napoli non riuscimmo a conquistare i 3 punti che ci avrebbero permesso di festeggiare con 7 giorni di anticipò. Ma fu più bello così, davanti la nostra gente”.
Il rapporto con i tifosi?
“È sempre stato splendido, forse anche loro percepivano quanto tenessi a questa squadra. La Curva Sud dà emozioni forti, è il tifo più caldo e bello d’Italia. Lo paragono a quello brasiliano del Corinthians e del Flamengo”.
A proposito di Corinthians, un giudizio sui brasiliani arrivati quest’anno proprio di scuola “Timao”: Castan, Dodò e Marquinhos?
“Castan è un difensore d’esperienza, forte fisicamente, un po’ come ero io. Marquinhos lo conosco da quando aveva 14 anni, dato che in passato sono stato direttore sportivo del Corinthians. Si vedeva che era forte, per me può diventare tra i migliori interpreti del ruolo del mondo. Lui e Castan possono essere i nuovi Aldair e Zago. Per non parlare di Dodò, non ha avuto ancora l’opportunità di mettersi in luce, ma sarà un giocatore importante. E non trascurerei nemmeno gli altri due brasiliani, Taddei e Marquinho, due elementi sui quale si può fare sempre affidamento”.
Tornando ai suoi anni, differenze tra i due tecnici che ha avuto nella Roma da calciatore, Zeman e Capello?
“Zeman tatticamente resta uno dei migliori al mondo. Capello, invece, era un sergente di ferro, sapeva tutto di tutti. Ho imparato tanto da entrambi, come sto apprendendo altrettanto da Andreazzoli. Questa esperienza a Trigoria da collaboratore tecnico mi sta dando tanto, mi piacerebbe diventare tra qualche anno un primo allenatore”.
Che idea si è fatto di questa rosa di calciatori?
“Ci sono tanti giovani fortissimi, la Roma può stare tranquilla per il futuro”.
Fonte: asroma.it