(L. Pelosi) – «Un ritorno di Totti in azzurro? Magari potessi giocare con Totti alle spalle, è un fenomeno e i grandi campioni sono sempre bene accetti in squadra. Direi sicuramente sì». Parole diMario Balotelli, che ieri ha parlato in conferenza stampa a Coverciano e che è stato uno dei protagonisti della partita contro il Brasile con il gol del 2-2. Ha parlato anche di altre cose, naturalmente. Di razzismo («Miglioriamo poco, bisognerebbe fare di più»), di El Shaarawy («Siamo amici, stiamo spesso insieme, con lui mi trovo bene in campo e fuori»), di se stesso («Ringrazio per i giudizi positivi su di me ma la mia forza la so io e non ho bisogno di paragoni») mostrando, come sempre, tanta sicurezza. Ma le parole che ai nostri orecchi fanno più rumore sono naturalmente quelle sul Capitano, soprattutto perché quando si associano i nomi di Totti e Balotelli la prima cosa che viene in mente è il calcione che Francesco rifilò all’allora giocatore dell’Inter durante la finale di Coppa Italia del 2010 e che gli costò l’espulsione.
Un gesto figlio dell’esasperazione per le tante e ripetute provocazioni di Balotelli, che dopo aver subito il calcio rimase a terra senza che neanche un compagno di squadra si avvicinasse per sincerarsi delle sue condizioni di salute. Un gesto che costò a Totti un numero tale di critiche da fargli pensare per qualche giorno addirittura all’idea di abbandonare il calcio, poi fortunatamente rientrata, visto quello che continua a regalare il Capitano in ogni partita. Un certo disgelo tra i due, anche se non proprio una pace, c’era già stato lo scorso anno, quando all’Olimpico si giocò ItaliaUruguay e Totti fece un salto negli spogliatoi dell’Italia per salutare tutti, compreso Balotelli. «Ci siamo chiariti, è acqua passata» disse l’attaccante, all’epoca in forza al Manchester City. E’ solo l’ultimo giocatore della Nazionale che si dice favorevole a un ritorno di Totti in azzurro.
Il primo era stato l’amico di sempre di Francesco, cioè Buffon: «Se si parla di un ragazzo come Francesco, allora dico che lui ancora oggi è uno di noi. Con qualcuno di noi, me compreso, sin dall’Under 15 Totti ha condiviso questo tipo di avventura, e per me sarà sempre un mio compagno di Nazionale. Per un giocatore con il suo talento, la sua caratura e la sua classe che continua a giocare a livelli formidabili come sta facendo quest’anno Francesco, è giusto che il c.t. non voglia precludere nullla. Fa la differenza e ti può far vincere la partita. Mi sembra giusto per un ragazzo che sta scrivendo la storia del calcio italiano. Credo, ma vado per ipotesi, che Totti dopo aver vinto il Mondiale del 2006, al quale è arrivato reduce da un gravissimo infortunio, ha pensato che non ci fosse momento migliore per lasciare. Penso che abbia preferito dedicarsi alla propria carriera e alla propria salute, cercando di avere meno impegni e di ottimizzare il lavoro che faceva per fornire prestazioni sempre all’altezza. Aveva 30 anni, e pensava che fosse arrivato il momento giusto per salutare, ma vedendo che sono passati 7 anni e sta così bene…Forse è in queste condizioni proprio perchè ha potuto lavorare in questi 7 anni in una certa maniera. Se gli ho chiesto di tornare? Sono cose personali, lui sa quello che ci siamo detti».
Poi c’era stato Pirlo: «Le porte della Nazionale per campioni del genere sono sempre aperte» aveva detto lo juventino. Di Totti ha parlato ancheDel Piero, da Sydney: «La misura del valore di un giocatore si valuta anche dal valore dei suoi avversari. Lui lo è stato, per me. Un grande avversario e un grande compagno. Tra di noi c’è una stima che va oltre il campo, oltre le nostre storie personali. Chi ama il calcio non può non apprezzare uno come lui». E questo vale sempre, sia se tornerà in Nazionale sia se sceglierà di continuare a dedicarsi solo alla Roma. Dove nessuno l’ha mai criticato al punto di fargli pensare di smettere con il calcio.