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AS ROMA Rizzitelli: “Totti corre più adesso di quando era giovane. Se avesse lasciato la Roma poteva vincere il Pallone d’Oro”

Ruggero Rizzitelli

L’ ex attaccante giallorosso Ruggiero Rizzitelli ha esternato il suo pensiero riguardo i 20 anni di carriera di Francesco Totti:

“Esattamente venti anni, in quel famoso Brescia-Roma, lei lasciò il posto ad un giovane ragazzo di nome Francesco Totti. Avrebbe mai pensato che quel ragazzino avrebbe fatto poi la storia del calcio italiano? “Sicuramente no, è poco ma sicuro. Si vedeva che era un ragazzo che aveva delle doti incredibili, che era un predestinato, ma onestamente non credevo che potesse entrare nella storia così come ha fatto. Era uno dei tanti ragazzi bravi, lui aveva qualcosa in più però nessuno si sarebbe mai aspettato che sarebbe diventato il Totti di oggi”.Venti anni dopo e 226 gol in Serie A, un grandissimo traguardo che lo innalza nell Olimpo degli dei del calcio italiano.

Ora davanti a lui c è solo Piola, è così inavvicinabile?

“Sono sei-sette anni che dicono che Francesco è finito ed invece in questi anni è sempre sulla cresta dell onda, è sempre il giocatore che trascina la Roma, è sempre il Capitano. Anzi, migliora sempre di più: quest anno è tornato un ragazzino che scende in campo felice. Quindi con lui è tutto possibile anche se la distanza da Piola è molta. Ma nel calcio mai dire mai, se sta bene fisicamente in 3-4 anno potrebbe raggiungerlo”.

Le sue grandi prestazioni degli ultimi tempi hanno fatto che si tornasse a parlare di lui in chiave azzurra…

“Prandelli ha detto delle cose giuste e sagge: se oggi ci fosse stata la competizione mondiale, Francesco doveva essere chiamato. Anche perchè se non lo chiamava lui, lo portavamo noi a furor di popolo, sarebbe impossibile non convocarlo ora. Poi da qui ad un anno tante cose possono cambiare”.

Ha qualche aneddoto da raccontare sul giovane Totti?

“Ricordo bene quando doveva entrare, a me l hanno raccontato dopo perchè io ero in campo. Boskov si girò verso i ragazzini Muzzi e Totti e disse di riscaldarsi per entrare. A quel punto Francesco, che non sospettava che il mister ce l avesse con lui, si girò verso Muzzi e gli disse che ce l aveva con lui . A quel punto lo stesso Muzzi precisò: “No, no ha chiamato proprio te!”. E da lì è nata la sua storia. Francesco era un ragazzo tanto ingenuo che non si era accorto che chiamava lui…”

Da grande bomber quale è stato, nel corso degli allenamenti ha mai dato qualche lezione sul senso del gol a Totti?

“Più che senso del gol, visto che i mezzi li aveva e non era propriamente un attaccante all inizio, l ho aiutato a temprare il carattere che poi è quello che ha dimostrato, visto che quando si veniva ad allenare in Prima squadra lo picchiavamo nel senso buono del termine (ride, ndr), quando faceva i tunnel o i dribbling agli anziani. Io gli dicevo di non aver paura e di continuare così perchè solo così gli fai capire che non hai paura di niente. Su questo devo dire che è andato avanti alla grande perchè restare venti anni a Roma non è facile, oltre alla bravura devi avere anche il carattere e la forza di non aver timore di nulla. Poi Francesco, nel bene o nel male, è sempre in mezzo. Mi verrebbe da dire che quest anno è la prima volta che non danno la colpa a lui, ma a Zeman (ride, ndr)”.

28 amarzo 1993: si gioca a Brescia-Roma e nei minuti finali Vujadin Boskov ti toglie per far spazio a un ragazzino di nemmeno diciassette anni…

“Un momento speciale, a vent’ anni di distanza, visto che il ragazzo in questione è Francesco Totti. Ricordo che mancavano pochi minuti alla fine di quella partita e il mister mi chiese di uscire, così per: “fare entrare il ragazzino”. Io annuii e lasciai spazio a questo giovanotto, che da lì a poco avrebbe fatto vedere di che asta era fatto”.

Lo avevi capito subito che era un predestinato?

“Se pensi che ha fatto il suo esordio in Serie A, con la maglia della Roma, a 16 anni e mezzo, capivi che aveva qualcosa in più. Sicuramente all epoca nessuno si aspettava che sarebbe diventato il campione che è. Però mi ricordo che oltre ad essere bravo tecnicamente non aveva paura di niente, i difensori lo picchiavano duro e lui si rialzava come niente fosse”.

Eppure si diceva fosse troppo timido…

“Lo è tutt’ ora ed è questa la sua forza: quella timidezza, quell’ umiltà che lo tiene sempre con i piedi per terra. Qualcuno all’ inizio pensava fosse arrogante, presuntuoso. Niente di più lontano dalla realtà”..

Di appendere le scarpe al chiodo proprio non se ne parla.

“Se guardiamo bene corre pure più di dieci anni fa. Gli ho suggerito di prendersi Zeman come preparatore atletico (risata, ndr)”.

Qualche aneddoto circa il suo esordio?

“Ricordo che quando stava per entrare lui e Muzzi si stavano riscaldando, Boskov si gira verso di loro e Muzzi, che era più grande, pensava chiamasse lui. Invece Boskov voleva far giocare Totti!”.

Pensi che abbia raccolto quanto ha meritato?

“Se lasciava la Roma poteva vincere il Pallone d Oro. Per questo il mio appello è che gli venga dato un riconoscimento ad hoc, magari un Pallone d Oro alla carriera. Vi assicuro che giocare a Roma non è facile e 20 anni lì è come 60 altrove”.

Fonte: Romanews/Tmw.com

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