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AS ROMA Totti scherza sul contratto: “Firmo fino al 2020”

Totti esulta

(L. Serafini / M. Pinci) – Pranzo con vista sul rinnovo. Il presidente – anzi, “boss” – James Pallottaincontra Francesco Totti.Appuntamento in un notissimo ristorante che dai piedi dell’Aventino si arrampica sul colle affacciando le sue terrazze sulla Roma più bella. Da lì il numero uno della Roma e il suo capitano hanno iniziato a chiacchierare di tutto: Jim ha voluto festeggiare con il simbolo della sua squadra i suoi 20 anni di carriera. Un modo per dare un segnale a Francesco sulla considerazione della proprietà americana nei suoi confronti. Anche nell’ottica di un prolungamento del contratto in scadenza il 30 giugno del 2014, tra un anno, quando Totti sarà arrivato alla soglia dei 38 anni. E di cui si parlerà a breve, ma con i manager Baldini e Sabatini. “Totti mi ha confermato per altri due anni“, ha scherzato Pallotta. “Il mio rinnovo? Resto fino al 2020”, l’eco del capitano. Il primo ad arrivare è stato Pallotta: jeans, camicia azzurra e gilet blu scuro, e accompagnato dal consulente Alex Zecca, dall’amministratore delegato Italo Zanzi e dal consigliere d’amministrazione Mauro Baldissoni, ha atteso paziente all’interno del ristorante l’arrivo di un ospite importante. E lì, pochi minuti più tardi, l’ha raggiunto Francesco Totti (con lui anche il suo preparatore atletico e braccio destro Vito Scala), camicia di jeans chiara e uno sguardo sorpreso soltanto dal trovare qualcuno a immortalare il suo incontro con mr. Jim. Una foto insieme all’ingresso, sorridenti, poi tutti a tavola. Per festeggiare, i due (e i loro commensali) hanno scelto una fantasia di antipasti, dall’astice alla catalana al trancio di rombo in crosta di patate e pistacchio, purè di ceci con baccalà e rosmarino, carciofi alla giudia. Poi orata alla griglia, pinzimonio e mix di formaggi, annaffiati da Pinot grigio d’erma. La trattativa vera sarà condotta dal management, ma Pallotta teneva a essere lui il primo a mandare un segnale al numero dieci. Una questione di rispetto se soltanto qualche giorno fa, da New York, lo stesso presidente aveva detto:“Francesco starà con noi finché giocherà”.

Parole pronunciate da Mr President soltanto martedì, dagli States, a quasi settemila chilometri da casa. Impossibile evidentemente attendere fino a sabato per parlare con la città: lo ha fatto oggi, riservando i propri pensieri alle domande di un’emittente locale. “Sono io il boss, nel bene e nel male”, il punto di partenza di Pallotta, in risposta a chi si domanda chi comandi alla Roma tra una presidenza lontana e un management molto numeroso. Sgombrando il campo da insinuazioni e polemiche: “Può sembrare che la squadra sia gestita da Boston, ma non è così. Noi parliamo sempre con il management che c’è sul territorio. L’impressione che sia ha, che le cose vadano avanti solo quando vengo a Roma, è sbagliata. Parlo continuamente con Italo Zanzi”. Più difficile magari avere risposte riguardo la trattativa naufragata con il sedicente sceicco Adnan Qaddumi. “Molte fonti ci hanno dato attendibilità. Abbiamo fatto un contratto ma non è andata bene. Non voglio entrare nei dettagli.”. Un peccato davvero. Ma Pallotta tiene a chiarire almeno il perché si iniziò a parlare con lui: “C’è una strategia sugli investitori – la verità del presidente – e se sui giornali leggete cose diverse da quelle che diciamo noi, sono speculazioni. Se vedete quanto abbiamo investito sul mercato, abbiamo la capacità di competere con chiunque. Per il capitale c’è bisogno di strategie per far crescere il brand. Sul capitale ci vuole più flessibilità, non è che adesso non abbiamo i capitali. Non è un problema di capitale, li abbiamo messi e rispetteremo le cose da fare. tutto quello che leggete non è la verità”. Amen.

Fonte: Repubblica.it

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