James Pallotta ha detto: «Andiamo a mangiare»e Totti ha cercato il ristorante. Giusto così, questa città è casa di Francesco, anche di più di un Francesco a dirla tutta, e comunque alla fine il presidente della Roma ha pagato il conto. (…
Totti ha chiamato un vecchio amico e così sono finiti tutti in uno di quei posti che si trovano solo a Roma. (…) Totti, Pallotta, un amico e compagno di viaggio di quest’ultimo, Alex Zecca (miliardario anche lui); e poi l’amministratore delegato della Roma, Italo Zanzi; il consigliere Mauro Baldissoni; il preparatore personale di Totti, Vito Scala. Mancava il direttore generale Franco Baldini, il che probabilmente significa poco. Più che una colazione di lavoro, era un incontro e un saluto tra un simbolo e il suo datore di lavoro. Pesce per il capitano, carne per il presidente, dolci e caffè e una tavolata perfetta per tracciare le linee del prossimo contratto del giocatore più popolare di Roma, probabilmente d’Italia. Quando tutti hanno smesso di saziarsi, raccontano che del contratto non hanno parlato, anche perché non avrebbero saputo bene quale lingua usare per capirsi a fondo.