(U.Trani) – «All’attacco, per novanta minuti». Detta così, fa un certo effetto. Luis Enrique è come se ci avesse preso gusto, rinvigorito dalle due vittorie di fila, non conta secontro rivali da zona retrocessione, il Novara e il Lecce.
Lo slogan, per la partita di questa sera al Friuli, è forse eccessivo, ma conoscendo la sua idea di calcio non è di sicuro il bluff di chi tira il sasso e nasconde alla svelta la mano. «So poi che non sarà possibile: l’Udinese è forte e preparata, sa sempre che cosa deve fare». La Roma si muove in anticipo rispetto alle altre (per la sesta volta che va in campo di venerdì, mentre è la seconda per la serie A di avere solo 5 partite di domenica) e può mettere pressione a chi la precede in classifica. Il quinto posto ancora non interessa però a Luis Enrique: «Guarderò la nostra posizione solo a dieci turni dalla conclusione del torneo.Adesso penso a come superare l’Udinese». Non dà peso nemmeno alle assenze, troppe e pesanti: Burdisso, Rosi, Pizarro, Totti, Borriello e Borini. «Faremo in un altro modo, abbiamo l’obbligo di essere pronti per proseguire il nostro percorso».
Possibile quattordicesima formazione diversa in 14 match. «Non corriamo, studiando le gare fino a Natale, concentriamoci su questa». Con l’Udinese parte il penta-ciclo da affrontare in 27 giorni, da qui al 21 dicembre, quattro trasferte (le altre a Firenze, Napoli e Bologna) e in mezzo la Juve. Guidolin è terzo e al Friuli vanta l’en plein in campionato: 5 partite e 5 vittorie, 10 gol realizzati e solo 1 subito. Luis Enrique elogia il collega e in assoluto il club: «Sono un loro tifoso per tutto quello che fanno in campo e fuori: buonissimi risultati, rosa completa e gran scouting. Proprio per questo la sfida mi incuriosisce. Voglio vedere come ci comporteremo contro una squadra che sta mostrando un lavoro incredibile». Ma attenzione, non è invidioso. «Io mi prendo il mio calcio:la miglior difesa resta per me occupare per più tempo possibile la metà campo avversaria. In questo caso dovremo stare attenti: loro saranno in dieci sotto la palla, ci aspetteranno per ripartire velocissimi. In contropiede cono diretti: due-tre tocchi e arrivano in area. Non dobbiamo perdere il pallone ingenuamente. Ogni gara ce la giochiamo alla pari, è successo pure contro il Milan, quando però non siamo riusciti a fare quello che dovevamo. Non cambio l’atteggiamento della squadra a seconda di chi incontriamo. Lo ripeto da luglio ai giocatori. Anche se siamo in vantaggio, la Roma non deve smettere di attaccare. Il test al Friuli servirà per conoscere a che livello siamo».
Tra i convocati, per la prima volta in campionato dopo le due gare di Europa League ad agosto, c’è Caprari. «Ma non mi perdo il derby Primavera» avverte il giovane attaccante che sabato sarà a disposizione di De Rossi senior. Considerati gli assenti, la Roma è sempre più giovane. Anche se poi Luis Enrique incorona Taddei, il suo senatore preferito. «Questo è un giocatore, un professionista. Pure quando non gioca, mi dice di essere pronto: un esempio per gli altri. In allenamento nasce la concorrenza». Fa un riferimento alla «mancanza di dialogo con Borriello e con chi utilizzo meno: loro mi devono convincere in settimana». Coccola Bojan dopo gli errori contro il Lecce: «Non mi preoccupa se sbaglia davanti alla porta: è un goleador nato. Per me ha fatto bene il resto che è tanto». Nella lista dei 19 che sono qui a Udine è rientrato Juan: «Ma non è al cento pe cento». A proposito di complimenti: «Non faccio graduatorie, ma De Rossi è un grande come Xavi e Iniesta». Pjanic, invece, vuole ripetersi: «Spero di segnare anche all’Udinese».