(A. Catapano) – Di una cosa possiamo stare certi: non sarà l’ultimo derby all’Olimpico. Anzi, siamo sicuri che Roma e Lazio ne giocheranno molti altri nell’impianto del Coni. E che stessa sorte toccherà a Francesco Totti. È molto improbabile che il capitano romanista riesca a concludere la carriera nel nuovo stadio a Tor di Valle, a meno che non voglia allungarla fino ai 45-50 anni, come l’inglese Stanley Matthews. L’iter per la realizzazione del nuovo impianto romanista, infatti, potrebbe rivelarsi assai più lunga delle ottimistiche previsioni di Pallotta, Parnasi e Alemanno.
Ieri sera l’imprenditore americano e il costruttore romano hanno cenato insieme. Lontano da occhi e orecchie indiscreti, avranno avuto l’onestà di raccontarsi gli ostacoli che l’area di Tor di Valle presenta?
Noi li elenchiamo velocemente: spazio insufficiente per la cubatura richiesta da uno stadio di calcio e dal suo contorno (ristoranti, centro commerciale, abitazioni, ecc…), terreno sabbioso, ansa del Tevere a rischio esondazione, viabilità insufficiente, trasporto pubblico inadeguato, trotto ancora da ricollocare. Per non parlare del contesto storico: legge sugli stadi inabissata, Paese in recessione, Comune indebitato in attesa delle elezioni. Perfino Lotito, il primo a presentare il suo progetto di stadio sulla Tiberina (anche quello a rischio esondazione), negli ultimi tempi ha taciuto, forse per pudore. Pallotta lo saprà?