(D. Liberati) Apre il brasiliano che poi sbaglia un rigore. Il capitano giallorosso pareggia dal dischetto. Espulso Biava
ROMA – Gol, rigori sbagliati e trasformati, un’espulsione e il cuore in gola fino alla fine. Sull’ottovolante del derby capitolino, Roma e Lazio riscoprono il sapore del pareggio (mancava da sei anni, aprile 2007) chiudendo sull’1-1 una gara dalle mille storie. Quella di Totti, che firma su rigore la sua nona rete nella stracittadina eguagliando il record in campionato di Da Costa e Delvecchio. O quella di Hernanes, che sblocca la gara con un sinistro da antologia ma poi rovina tutto sbagliando dal dischetto il possibile 2-0 e concedendo il rigore del pareggio romanista. Finisce senza vincitori anche la sfida tattica tra Petkovic e Andreazzoli. Più bravo il tecnico slavo nel primo tempo, abile a schierare una squadra equilibrata e con le idee chiare. Meglio Andreazzoli nella ripresa, quando ha avuto la lucidità di inserire Destro per De Rossi riordinando la squadra con un 4-3-3 più logico rispetto alla formazione iniziale. Si interrompe così la striscia di vittorie consecutive biancocelesti (tre), mentre anche questa volta deve rimandare la festa la dirigenza americana della Roma (tre ko e un pari in quattro derby) nonostante la presenza in tribuna del presidente portafortuna Pallotta.
LA PERLA DI HERNANES – La prima sorpresa della serata arriva da Andreazzoli, che sceglie la difesa a quattro con Torosidis e Marquinho esterni. Fuori Burdisso, al centro c’è la coppia brasiliana Castan-Marquinhos. In mezzo al campo il tecnico piazza la diga composta da Bradley, De Rossi e Florenzi, con Pjanic in appoggio a Lamela e Totti. Petkovic invece conferma le indiscrezioni della vigilia, rilanciando Klose unica punta dal 1′ e piazzando Ledesma davanti alla difesa. Un 4-1-4-1 con Lulic e Candreva esterni e Onazi preferito a Mauri (reduce da un noioso infortunio alla caviglia destra) al centro. Mossa azzeccata del tecnico slavo, perché la Lazio aspetta corta e compatta l’errore avversario e dopo i primi dieci minuti di sofferenza colpisce. È il 13′ quando De Rossi e Pjanic si fanno rubare palla sulla trequarti facendo partire il contropiede biancoceleste. Candreva prende palla sulla destra e da posizione defilata impegna Stekelenburg in angolo. La Roma perde sicurezza e sull’attacco successivo va sotto. Ripartenza velocissima della Lazio sugli sviluppi di un angolo romanista, Hernanes controlla e da venticinque metri batte Stekelenburg con un sinistro da applausi. Il gol stordisce la squadra di Andreazzoli mentre Klose e compagni prendono il comando del gioco sfiorando il raddoppio con Lulic (bel riflesso di Stekelenburg). Basti pensare che il primo serio tiro in porta dei giallorossi arriva nel recupero con Totti, ma Marchetti è prontissimo a deviare il potente destro da fuori area.
LA FIRMA DI TOTTI – Parte la ripresa e la Lazio spreca la più grande delle opportunità possibili. Al 4′ enorme ingenuità di Marquinhos che tocca la palla con un braccio in area. Mazzoleni indica il dischetto del rigore ma Hernanes sbaglia incredibilmente mandano la palla a lato di piatto destro. È la scintilla che accende l’Olimpico e scuote una Roma fin qui dormiente. Andreazzoli capisce il momento positivo e osa. Fuori un De Rossi zoppicante e poco ispirato, dentro Destro al rientro in campo dopo due mesi e mezzo. All’11’ è ancora Hernanes il protagonista, questa volta nell’area biancoceleste. Il brasiliano ferma fallosamente Pjanic regalando a Totti il rigore dell’1-1 sotto la curva sud. Petkovic è preoccupato e inizia a cambiare. Esce un Klose affaticato, entra Kozak. Poco dopo ancora il capitano della Roma protagonista con una punizione da trenta metri che Marchetti non riesce a bloccare, sulla ribattuta Florenzi spreca. La Lazio è in difficoltà e al 24′ rimane anche in dieci per la doppia ammonizione di Biava. Ciani entra al posto di Ledesma, mentre dall’altra parte Andreazzoli gioca la carta Dodò per Florenzi. Alla mezz’ora Lamela reclama un altro rigore per un dubbio contatto con Radu, poi a un metro dalla linea sbaglia di testa su cross di Totti. L’ultimo sussulto di un derby senza respiro.