(F. Bianchi) – Un nuovo record, di cui c’è poco da andar fieri: l’Italia è l’unica Nazione, fra quelle calcisticamente evolute (si fa per dire), che non riesce ad organizzare un derby di sera. Vedi, appunto, Roma. Lunedì gli incidenti sono avvenuti di pomeriggio, col sole alto. Che senso ha, come chiede, anzi ordina, il prefetto Giuseppe Pecoraro di fare svolgere il derby di giorno e non più di notte? E addirittura minaccia “provvedimenti ancora più restrittivi”. Quali? Per ora la richiesta è di giocare di pomeriggio e non di sera, ma il prefetto ha fatto sapere che potrebbero esserci ipotesi ancora più drastiche, porte chiuse o campo neutro (la resa totale ai violenti…). Inoltre Pecoraro ha chiesto alla Lega di A di trovare un’altra data per la finale di Coppa, in programma alle 21 del 26 maggio, giorno delle elezioni comunali, e che potrebbe vedere di nuovo in campo Roma e Lazio.Giancarlo Abete, presidente Figc, non commenta la decisione del prefetto, rispettoso come è sempre stato delle istituzioni, ma ricorda che “bisogna colpire i colpevoli”. Già, quando si individuano…
Tanta è stata la sorpresa fra chi gestisce, o dovrebbe farlo, l’ordine pubblico per gli incidenti di lunedì (pomeriggio). Forse Pecoraro vuole coprire certe falle organizzative della questura di Roma: quanto erano i teppisti? Cento? Mille? Hanno colpito nei soliti posti, dalla parte di Ponte Milvio dove si radunano alcuni tifosi laziali: era così impossibile prevederlo? Ne sono stati individuati (per ora) cinque, daspati, e cinque denunciati a piede libero. Ora forse ne scopriranno altri. Possibile che dopo anni non li conoscano? Dodici le coltellate che a Roma minimizzano e chiamano “puncicate”, sbagliando. Per fortuna, non è successo niente di grave: ma a livello d’immagine, anche all’estero, la guerriglia del derby è stata devastante. Giocare di pomeriggio significa la resa dello Stato di fronte a pochi violenti, significa mettersi contro le tv (ma questo sarebbe il male minore) e tante persone perbene. No comment dal Viminale ovviamente alla linea decisa dura dal Prefetto di Roma: ma così una parte del lavoro dell’Osservatorio viene sconfessato. Anni di impegno (a cominciare dai tempi di Francesco Tagliente, ora prefetto a Pisa) rischiano di essere cancellati. L’ex capo della polizia, Antonio Manganelli, aveva un sogno: stadio pieni, allegri, con i bambini e le famiglie e la polizia fuori dagli impianti.
“Gli episodi in occasione del derby di Roma ci hanno ricordato come il tema della violenza negli stadi è ancora molto caldo. Bisogna moltiplicare gli sforzi, perché è inaccettabile che si permetta di influenzare in qualche modo il regolare svolgimento delle partite”. Il pensiero di Roberto Massucci, vice presidente operativo dell’Osservatorio. Massucci sottolinea, poi, di non sottovalutare anche episodi meno gravi ma comunque incresciosi come quelli accaduti in tribuna a Firenze: “Il problema che all’inizio era solo legato al mondo ultra, adesso sta assumendo connotazioni diverse. Come Osservatorio, notiamo una deriva di illegalità che coinvolge spettatori che non sono ultras, calciatori e addetti ai lavori. Bisogna rimaturare la consapevolezza di dover rispettare le regole”. Infine un commento sulla possibilità di spostare la finale di Coppa Italia del 26 maggio a Roma, perché in concomitanza con le elezioni comunali. “Si sta valutando ogni possibilità con tutti i soggetti interessati, tutti vogliono che le cose si svolgano nel migliore dei modi e con questo spirito si sta valutando ogni opzione”.