(E.Menghi) Si complica la ricerca del vice-Totti alla vigilia della trasferta di Torino. Che il capitano sia indispensabile non lo dice solo la classe riconosciuta in tutto il mondo, ma anche i numeri di questo campionato: titolarissimo sia con Zeman, sia con Andreazzoli, ha saltato solo due partite e mai per scelta tecnica. A Catania è rimasto in panchina perché non aveva superato il provino pre-partita per via di un affaticamento alla coscia sinistra, la sfida con l’Atalanta l’ha saltata per squalifica. Se è vero che in campo non sta dimostrando l’età che ha, è pur logico pensare che non possa giocare 180 minuti nel giro di quattro giorni e, data l’importanza della semifinale di Coppa Italia di mercoledì, potrebbe prendersi un turno di riposo contro gli uomini di Ventura.
Ma la carta Perrotta dovrebbe essere inutilizzabile, perché il centrocampista si è fermato nell’allenamento di ieri per un risentimento muscolare alla coscia destra ed è in forte dubbio per domani. Non sembra nulla di grave (oggi saranno valutate le sue condizioni) e si è fermato in tempo, ma la vicinanza dell’infortunio con la partita rende tutto più difficile per Andreazzoli, che pensava di poter contare su di lui per far rifiatare Totti. Le soluzioni, in realtà, non mancano: Florenzi assicura inserimenti e spinta, Pjanic le geometrie. Ma c’è da colmare anche il vuoto lasciato da De Rossi al centrocampo, perciò il bosniaco potrebbe tornare in regia, accanto a Bradley. Daniele si sta dividendo tra fisioterapia e palestra e dovrebbe recuperare in tempo per la semifinale con l’Inter, assicurando un po’ di turnover. Chi spera di giocare è invece Dodò, rispolverato da Andreazzoli nel derby e chiamato a dimostrare le sue qualità, per convincere la Roma a puntare su di lui il prossimo anno: «Non vedo l’ora di giocare, sono in attesa che con il lavoro e gli allenamenti potrò fare più minuti. Ora voglio riprendere quello che di buono ho fatto nel Bahia». A partire da Torino.