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IL MESSAGGERO. Tom, un derby per la storia

 

Thomas DiBenedetto

(A.Angeloni) Forse non ci si abitua mai a certe tensioni da derby o forse questo avviene solo dopo che ne hai vissuti una decina. Spesso, però, non succede mai. C’è chi il ventesimo lo soffre come il primo.

Il derby è un qualcosa di speciale, per giocatori, magazzinieri, presidenti. Ognuno ha il suo primo da raccontare. Stavolta tocca a un presidente americano viverlo, Thomas Richard DiBenedetto, al quale magari non scorrerà sangue giallo e rosso, però già sa, immagina o gli hanno spiegato a cosa andrà incontro il prossimo 16 ottobre. Emozioni, tensioni, ripercussioni nel post, la fibrillazione del pre. Tutto un susseguirsi di sensazioni forti, poco accademiche. E come si dice sempre, più resti distaccato e meglio ti senti. Facile eh? A parole. DiBenedetto lo racconterà, al di là del risultato. Intanto gli tocca e questo già è un pregio. Fin ora venti presidenti hanno vissuto e raccontato il loro primo derby. Ognuno con la sua storia, con le sue sconfitte, vittorie, gioie, anche con la tragedia nel cuore. Chi ricorda un gol, una luce che si spegne e un cane che invade il campo, chi una sconfitta amara e le dimissioni. Venti prima di Tom, sette hanno vinto la prima stracittadina, otto l’hanno persa, cinque l’hanno pareggiata.

Pier Carlo Restagno, presidente della Roma nella negli anni ’40, giocò il suo primo derby il 16 ottobre (1949), proprio come accadrà a Tom: fu un Lazio-Roma 3-1. Esordio choc. Altri sei presidenti hanno giocato il loro primo derby nel mese di ottobre, anche se non il 16, e sono: Vittorio Scialoja, Francesco Marini-Dettina, Franco Evangelisti, Dino Viola, Giuseppe Ciarrapico e il generale Ciro Di Martino. Tra predecessori del bostoniano, attuale numero uno giallorosso, Italo Foschi e Roberto Cappelli non hanno vissuto i derby: Foschi era presidente della Roma ma non esisteva la serie A, il secondo lo è stato nell’interregno estivo che ha portato alla presidenza di DiBenedetto.

Dal 1970 ad oggi, solo Rosella Sensi ha vissuto la gioia della vittoria alla sua prima stracittadina da presidente, grazie a una rete di Julio Baptista, parliamo del novembre 2008. Un derby che non ha dimenticato, pur avendone vinti altri. Non è stato facile per Dino Viola, invece, dimenticare la sua prima sfida contro la Lazio. L’attesa, l’emozione finisce in tragedia. La data dice tutto: 28 ottobre 1979. Muore Vincenzo Paparelli, tifoso della Lazio colpito da un razzo che attraversa l’Olimpico, da Sud a Nord. Una partita che porta solo lacrime. Il primo derby di Flora Viola, moglie di Dino, è contraddistinto dalla cattiveria (non solo agonistica) in campo, che si scatena dopo che l’arbitro Pairetto assegna un rigore alla Roma. Tanti ammoniti (Gerolin, Bacci, Sclosa, Bergodi, Gregucci, Rizzitelli), tre espulsi (Sclosa, Soldà e Desideri). Finisce pari, come tante stracittadine in quel periodo.

Il primo Lazio-Roma di Renato Sacerdoti, 8 dicembre del 1929, coincide con il primo derby capitolino. Quello diEdgardo Bazzini lo vince la Roma grazie a un’autorete del laziale Faotto arrivata al 46’ st. Nella metà degli anni ’40, la prima sfida contro la Lazio del presidente Pietro Baldassarre è caratterizzata da un episodio divertente: durante il primo tempo, un cane entra in campo e la gara venne sospesa per un minuto. Si gioca il campionato romano. Romolo Vaselli visse due prime: 7 settembre del ’52, amichevole per la coppa Il Messaggero, poi quello di campionato, amarissimo, che lo costringe a dimettersi, era il 16 novembre 1952, la Lazio batte la Roma 1-0. Primo derby molto particolare per Alvaro Marchini: Coppa Italia, 7 settembre 1969, gara sospesa all’87’, sul risultato di 1-0 per la Roma, a causa dell’interruzione dell’energia elettrica che alimentava i riflettori dello Stadio Olimpico. La vittoria viene assegnata a tavolino alla Roma (2-0) perché la Lazio era la squadra ospitante.

Polemico il primo Roma-Lazio del presidente Franco Sensi: Giannini sbagliò un rigore, la Roma perse per 1-0. E la Lazio tornò superare i giallorossi dopo 10 stracittadine. Sensi quella sera disse: «Chi sbaglia un rigore al derby non è degno di indossare la maglia della Roma». Giannini era il capitano storico di quella squadra, ancora oggi se ne parla.

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