(U. Trani) – Via con il tango, per l’Europa League: la Roma vince a Torino con la qualità e l’eleganza dei suoi argentini. Se Erik Lamela si gode la rete bella e pesante davanti a Martin Ferguson, il fratello di Sir Alex che sfida Mancini per vederlo a Manchester nello United e non al City, Dani Osvaldo riscopre il sapore di quel gol che ha aspettato per due mesi e mezzo, da quello al Dall’Ara contro il Bologna, quando sulla panchina giallorossa c’era ancora Zdenek Zeman. Il centravanti spera di aver archiviato un periodo no, il più lungo e soprattutto il più discusso da quando è nella capitale, vissuto sempre in copertina: squalifiche e fughe d’amore, contestazioni dei tifosi, liti con i compagni e ramanzine di allenatori e dirigenti.
STOP ALLE TRATTATIVE
Fa centro mentre in Inghilterra lo danno vicinissimo al Tottenham di Villas Boas e proprio qui a Torino dove Conte lo porterebbe per la sua Juve. Sabatini, però, prima della sfida contro i granata, lo toglie dalla lista dei cedibili. Il ds, in diretta tv, allontana le società che cercano l’attaccante: «Mediaticamente è stato messo in vendita dal 1 gennaio. La società non lo ha messo in vendita e siamo contenti. È un po’ esuberante, ma è un bravissimo ragazzo. La gestione dei giocatori è difficile, qualche reazione scomposta ce l’hanno, ma parliamo di un giocatore formidabile. Osvaldo piace molto anche alla Roma. Soprattutto alla Roma, direi».
LO STRANO POMERIGGIO
Osvaldo è titolare, la quarantena è finita: la sua ultima presenza dall’inizio, contro il Genoa all’Olimpico il 3 marzo. Sa da sabato che toccherà di nuovo a lui e Andreazzoli, prima di comunicarglielo a quattr’occhi, in pubblico lo esalta: «È un grande». Il tecnico, però, non nega che è finito in un vortice. Di gossip, allargato al mercato. Ne ha stigmatizzato anche qualche comportamento sbagliato. La gente si è sfogata prima del tecnico. E lo ha ribadito ieri a Torino. Quando la Roma è entrata in campo per il riscaldamento, ha scelto la zona di campo più vicina ai mille tifosi giallorossi presenti a Torino. Osvaldo, durante gli esercizi, ha dovuto ascoltare insulti che forse aveva messo in preventivo. Fanno parte del gioco. Quando ha segnato il primo abbraccio è stato di Burdisso, con il quale aveva avuto uno screzio in settimana: feeling ritrovato. Quando ha lasciato il campo, ha voltato le spalle ai tifosi giallorossi e si è infilato nel tunnel che porta allo spogliatoio, mentre gli altri compagni andavano a ringraziare la gente: feeling da ricostruire.