(M.Cecchini) – In questi giorni, qui a Novarello, c’è odore di storia, di gol senza tempo, di mitologia del bello applicata al pallone. Per chi fa l’attaccante, quasi un corso accelerato che racchiude l’essenza di ciò che si vorrebbe diventasse la propria carriera.Mattia Destro lo sa e scruta i 150 mila metri quadri dello splendido centro sportivo che ospita la Roma, come se fossero banchi d’università. Difficile dargli torto. La congiunzione astrale che fa convivere in poco spazio la leggenda di Silvio Piola – l’eroe pavese trapianto nelle risaie, a cui è consacrata parte della sede dirigenziale – e l’attualità di Francesco Totti, fanno in fondo pensare che da quest’aria ormai estiva si possa trarre ispirazione per diventare protagonisti.
È proprio quello che Destro sta cercando, visto che domani a San Siro passato e presente s’inseguiranno come una muta i cani, raccontando la favola del fenomeno della Primavera dell’Inter, poi abbandonato in balia delle beffe di mercato, che è pronto a diventarne il giustiziere in nome della Roma. Il giardino di casa Ciò di cui Mattia ha bisogno è una cosa sola: il gol. Per questo ascolta muto mentre Daniele De Rossi racconta la sfida tra titani della storia dei cannonieri. «Totti entro 3-4 anni potrebbe raggiungere il record di Piola, il più clamoroso del campionato italiano (274 reti). Con tutto il rispetto, credo che ora sia più difficile segnare rispetto ad una volta quando le gare terminavano con punteggi molto alti. Oggi è un calcio molto più tattico e fisico quindi fare i gol che ha fatto Totti nel Duemila è già un primato».
Destro prende nota e ricorda. La sua finora non è stata una stagione felice. All’inizio le incomprensioni tattiche con Zeman, poi l’infortunio rimediato proprio nella semifinale d’andata contro l’Inter. Risultato:menisco esterno del ginocchio sinistro lesionato, intervento chirurgico e oltre due mesi di stop. Da quel momentoper lui, solo uno spicchio di secondo tempo nel derby di 8 giorni fa. Quanto basta per considerare la Coppa Italia il giardino di casa dove pascolare le ambizioni stagionali. Tre suoi gol, infatti, hanno consentito alla Roma di battere l’Atalanta, di espugnare Firenze nei quarti (0-1) e poi di superare l’Inter nella semifinale d’andata (2-1).
«Da non perdersela» Nessuna sorpresa, perciò, che Destro racconti a chi gli è vicino: «Farò di tutto per non perdermi questa sfida». I dubbi, d’altronde, sono legati solo al minutaggio che Andreazzoli gli concederà. Certo, dopo una sosta per infortunio tanto lunga, il minutaggio che Mattia ha nelle gambe non è quello dei giorni migliori. Per questo il suo ruolo sarà quello di jolly, di carta pronta ad uscire dal mazzo per aggiudicarsi l’intero piatto in quella che poteva essere casa sua. Rivincite? Non proprio. Destro infatti ha sempre detto: «Con l’Inter non ho mai esordito in Serie A e ad un certo punto ci sono state esigenze diverse, ma io voglio ringraziarla per aver creduto in me fin da ragazzo».Unragazzo che in nerazzurro vinse il torneo di Viareggio nel 2008 e nel 2010 si laureò capocannoniere Primavera con 18 reti. Sembrava l’inizio di un matrimonio infinito, poi però cambiò tutto. Per arrivare a Ranocchia il club milanese due stagioni fa sacrificò l’ultima metà del cartellino a beneficio del Genoa, perdendo definitivamente il controllo del giocatore. Troppo facile adesso vivere di rimpianti, più corretto vivere di timori. Il più prossimo si vivrà probabilmente domani, quando Destro entrerà a San Siro per chiudere il cerchio con il passato.Comedire, grazie di tutto, ma adesso conta solo il presente che si chiama Coppa Italia. Da vincere, naturalmente.