Erik Lamela e Francesco Totti, quindici anni e mezzo di differenza. Una distanza non indifferente leggendo le carte d’identità. Così diversi eppure così vicini. L’argentino e il capitano in questa stagione romanista hanno duettato spesso molto bene anche se nei movimenti, nella fisicità e nella tecnica sono molto differenti. Accomunati dalla maglia romanista e dal fare gol. Totti ne ha fatti 227 in Serie A con la Roma, ma Lamela a 21 anni ha segnato già più del proprio capitano.
Ventuno anni compiuti da poco, Lamela è solo alla seconda stagione con la maglia giallorossa. Eppure anche lui è già nella storia e, anzi, può addirittura scrivere qualcosa di più importante. I numeri dicono che la Roma si ritrova in casa un giovanissimo campione come ne nasce uno ogni cento anni.(…) Un solo giovane attaccante romanista, aveva segnato 14 reti a questo punto della stagione: Amedeo Amadei, stagione 1941-42, quella conclusa con il primo scudetto giallorosso. Segnò 18 reti in 30 partite (aveva 20 anni). Lamela, finora, ha collezionato 27 presenze e ha, in pratica, ancora il tempo per fare meglio del mitico “Fornaretto” di Frascati. E Totti (…) nel 1997-98, anche lui all’età di 21 anni, realizzò 13 reti in 30 partite. Lamela sta facendo meglio: incredibile, ma vero! Certo, il capitano, ha avuto un rendimento da fantascienza per due decenni e oggi è improponibile avvicinare il giovane argentino al capitano.
Su Erik Lamela la società ha fatto un investimento importante, firmato assegni con molti zeri per portarlo nella Capitale, i risultati le stanno dando pienamente ragione. Ma le sirene del mercato internazionale hanno già fatto sentire il loro “canto”. Lamela è corteggiato da club come Barcellona e Utd, solo per fare un paio di nomi. (…) E’ doveroso, da parte della Roma, che sul progetto ha deciso di investire, blindare subito un talento simile. Prolungamento del contratto, clausola rescissoria “impossibile” per eventuali acquirenti. Alla società il compito di non sbagliare mossa, con una certezza: passa attraverso Lamela (e poi Marquinhos e Pjanic) un futuro roseo.
Fonte: Corriere dello Sport