(D.Galli) – Provate a scrivere su Google“Inter” più “si lamenta”. Compare subito un Colantuono che dice: «L’Inter che si lamenta? Meglio stare zitti perché ci sarebbe troppo da dire». Poi c’è uno Zamparini che si stupisce: «Io trovo strano che parlano di errori arbitrali proprio loro, quando la sudditanza psicologica non ha mai favorito il Palermo ma proprio le grandi squadre». C’è anche spazio per un video su YouTube dove un simpatico Galliani si domanda: «Ma perché ora si lamenta?». Non c’è risposta apparente, ci si può solo speculare un po’ sopra. Si lamenta, l’Inter. Lo fa costantamente, continuamente, lo fa da anni. Lo fa anche attraverso i suoi alfieri. Alvarez, ieri: «Gli arbitri stanno fischiando cose che non esistono. Malafede? Quando si sbaglia così tanto nello stesso tempo ti viene da pensare». Ranocchia, ieri: «Abbiamo avuto più episodi sfavorevoli che favorevoli». È un bombardamento mediatico, l’Inter si sente evidentemente una piccola: un Chievo, un Siena, una Lazio. A fronte di una partita dove può essere stata danneggiata – anzi, a Cagliari lo è stato sicuramente – si parla e si sparla di dossier sui torti subìti dall’Inter.
Torti subìti. Dall’Inter! Se non fosse che dopodomani si gioca un delicatissimo ritorno di semifinale di Coppa Italia, e quindi ogni sospetto è lecito, ogni sillogismo è ammesso, questa sarebbe una battuta. L’ultima sciabolata. Ieri. Moratti ha ricordato quando Mourinho gli diceva:«Come fai a rimanere che hai tutti contro?». Tutti contro? Anche Damato di Barletta? Anche l’arbitro che il 25 aprile 2010 con la Samp negò due rigori alla Roma, consegnando di fatto lo scudetto all’Inter e poi non confutò un articolo di Repubblica del 2002 dal titolo: “Damato arbitro interista che stravede per Cassano”? Tutti contro. Anche Gervasoni di Mantova? Sì, secondo Moratti sì. È l’arbitro di Inter-Atalanta. «Il mio unico commento è sul rigore – sono le parole del presidente interista – perché un rigore di questo genere cambia la partita, è ingiusto, tutto ciò perché mette una squadra in condizione di non sentirsi considerata».Secondo Moratti, quindi, l’Inter non è considerata. Peccato che Gervasoni sia lo stesso arbitro di Inter-Parma.
Della scandalosa Inter-Parma 3-2. Do you remember, Moratti? Stagione 2007/08, due anni prima della seconda rapina. Gervasoni non concede un rigore al Parma per un fallo di Cordoba su Corradi. Poi, sul 2-1 per i gialloblù, ne assegna uno vergognoso all’Inter: tentando di deviare una conclusione di Ibra, Couto colpisce la palla prima con il volto e poi con il braccio vicino al corpo. È rigore per l’Inter e il difensore del Parma viene espulso. Giorni dopo, il designatore Collina punisce Gervasoni per gli errori. Sono appena un paio di episodi. Forse, i più clamorosi della storia recente dell’Inter. Tutti contro, sostiene Moratti. Anche il presidente della Lega di A, Maurizio Beretta, che ieri se ne esce così: «È giusto e doveroso richiamare tutto il sistema arbitrale al massimo della concentrazione e dell’attenzione, al massimo della forma possibile per assicurare a questa parte finale del campionato una prestazione all’altezza». Il capo degli arbitri italiani gli risponde con una signorilità quasi eccessiva: «Arbitri all’altezza? Beretta lo auspica, io ne sono sicuro. Ma forse per la maggiore attenzione si riferiva ai suoi giocatori…». Nemmeno il presidente federale Abete scarica l’uomo che ha tutti contro: «La delusione può portare a momenti in cui gli errori arbitrali non vengono più accettati». L’importante è che questa ondata di delusione non sfoci nel mare magnum di una colossale compensazione. L’importante è che domani si giochi undici contro undici.