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GAZZETTA.IT Inter-Roma 2-3, doppio Destro e Strama al tappeto. Giallorossi in finale con la lazio

Francesco Totti

(V. Clari) Jonathan illude i nerazzurri, poi una doppietta dell’ex centravanti nerazzurro e uno spunto del greco chiudono i conti. Inutile l’acuto di Alvarez. Sarà una finale di coppa Italia tutta romana: il 26 maggio Roma-Lazio

Destro, Destro, poi un altro destro (di Torosidis). L’Inter è al tappeto. L’arbitro non ferma l’incontro, perché in questo sport non si fa, ma virtualmente alza il braccio di capitan Totti. La Roma vince e passa il turno, la finale di coppa Italia, con buona pace del Viminale, sarà un derby che si prospetta caldissimo. La gestione americana è a un passo dal suo primo trofeo, Andreazzoli può chiudere il suo interim alzando una coppa, o magari guadagnarsi una conferma. I giallorossi volevano la Lazio, e se la prendono: l’Inter attuale può opporre una resistenza di volontà, e non per 90’, a una squadra che le è superiore. I cinquantamila di San Siro per un tempo guardano le giocate di Alvarez e Jonathan, e sperano che l’incantesimo duri. Non durerà. Ora non ci sono più sogni da accarezzare: evitare di mettere insieme troppe brutte figure diventa l’obiettivo di fine stagione. La contestazione a Fassone di inizio gara (striscione con foto del dirigente con maglia anti-Mou) preannuncia i tempi grami, la doppietta di Destro, prodotto del settore giovanile lasciato scappare, sembra sottolineare colpe di gestione.

I GOL — I sogni dell’Inter, di questi tempi, si alimentano di quello che c’è: così tocca Jonathan Cicero, al 21’, trasformarsi da brutto anatroccolo a uomo della temporanea rimonta. Di più, l’azione del gol, una delle più belle della stagione, porta le firme di tre uomini che erano stati spesso il simbolo delle “storture” nerazzurre: Jonathan scambia con Alvarez, poi secondo triangolo con Rocchi che lo chiude di tacco, destro del brasiliano nell’angolino lontano. E’ l’1-0 che qualificherebbe l’Inter: Rocchi va vicino al 2-0, poi Handanovic, con paratone su Destro e Florenzi, prova a tenere in piedi la baracca. Nemmeno Samir, in gran spolvero, può però nulla quando, all’11’ Lamela sfonda per vie centrali e trova l’assist per Destro, sul filo del fuorigioco: tocco sotto sul portiere e festa. Festa grande, che coinvolge tutta la panchina. Destro è formalmente un ex, ma non si iscrive alla serie “segno ma non esulto”. Anzi, si scatena sotto la curva. Passano una decina di minuti e Jonathan ha un pallone buono in area: prova a servire di tacco Rocchi, ma l’incantesimo è finito. Capovolgimento, De Rossi pesca Balzaretti a sinistra, cross basso e facile tocco di Destro. Il 2-1 è il game over, Torosidis poco dopo infierisce con un gran gol al palombella, al 35’ Alvarez fa comparire nel tabellino marcatori i segnali della sua crescita (sinistro sul primo palo dopo azione personale).

INTER D’EMERGENZA — L’Inter si presenta in semifinale dando nuovi confini al concetto di “emergenza”: ai tredici assenti previsti alla vigilia (undici infortunati, due squalificati), nel riscaldamento si aggiunge Cambiasso. Ma anche la “sfiga” ha una faccia positiva: al posto dell’argentino infatti viene schierato Jonathan, con passaggio al 4-4-2. Per un po’ l’Inter prova a gestire palla, sfruttando le qualità di Kovacic e l’ispirazione di Alvarez, poi crolla. Soprattutto dietro, gli automatismi sono ancora lontani: si aprono voragini, più che buchi.

ROMA LETALE — Nei corridoi la Roma va a nozze: dopo un primo tempo un po’ troppo sornione, con l’ingresso di Balzaretti trova sfogo sulla fascia sinistra (dove Strama ha opposto dal 1’ s.t., incomprensibilmente, uno spaesato Schelotto). Nelle ripartenze è letale, grazie anche alla qualità degli uomini davanti. Quando cala il pressing su Totti, il capitano sfrutta i metri in più come sa fare. Destro, out a lungo per infortunio, pare pronto a riprendersi il ruolo di “stella promessa”, un po’ spentasi nella gestione Zeman. A Lamela basta qualche fiammata, mentre il mucchio selvaggio che festeggia gol e qualificazione è il segno che il gruppo è unito. E carico. Il 26 maggio è una data già segnata in agenda.

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