(A. Pugliese) – «È l’ultima chance per i tifosi di Lazio e Roma. Se il segnale non sarà recepito, ci comporteremo in altro modo». La finale di Coppa Italia sarà il 26 maggio alle 18 e il prefetto Giuseppe Pecoraro si augura di non vedere più le scene dell’8 aprile. «Giocare alle 18 favorirà afflusso e deflusso col sole — continua —. Spero che il messaggio sia accolto, se qualcuno andrà allo stadio con un’accetta o una bomba-carta sapremo cosa fare». In caso di incidenti, porte chiuse per il prossimo derby. «È la prova del fuoco, non si può sbagliare — dice il presidente Coni Malagò —. Se vorranno rovinare questa festa, il peso per la città sarà altissimo». Concetto ribadito dal sindaco Alemanno: «C’è in ballo un po’ del futuro della Roma sportiva».
Si giocherà alle 18 (vendita ai titolari delle fidelity e stadio diviso: Tevere alla Lazio e Monte Mario alla Roma) per le esigenze Rai (20’ prima la fine del Giro d’Italia). «C’è da ritrovare spirito sportivo e lealtà», dice il presidente di LegaBeretta, a cui fa eco quello della Figc, Abete: «Non si ripeta più un percorso così faticoso per una decisione che spetta agli organi preposti all’ordine pubblico». Per Abete (dispiaciuto che la Figc non fosse all’incontro) si è perso tempo. Infine l’appello dei club: «Ai tifosi dico: avversari sul campo, amici nella vita. Abbracciamoci prima e dopo la gara», chiude Lotito, presidente della Lazio, trovando d’accordo anche la Roma.