(F. Licari) – Se il Benfica vince l’Europa League, siamo rovinati. Comunque vada, siamo rovinati. Sprofondo ranking. Come prima, peggio di prima. L’Italia chiude l’ennesima stagione europea deludente con il solito 4o posto nella classifica Uefa. Succede dal 2011. Ma non sarà più l’inseguimento alla Germania a tormentare i sogni di club e dirigenti italiani, a cominciare da Galliani che l’allarme, per la verità, lo lancia da tempo. No. Adesso il problema è un altro: come respingere l’assalto di chi sta (ancora per poco) dietro. Cioè il Portogallo. Il sorpasso è vicinissimo: la prossima stagione comincerà con un testa a testa sul filo dei centesimi. E il trend recente lascia poco scampo.
Ranking 2014 Oggi l’Italia è ancora 4a nel ranking, con un vantaggio di oltre 5 punti su Francia e Portogallo. Ma a luglio il discorso cambierà totalmente. Si sa, il ranking è la fotografia delle ultime stagioni: ebbene, con l’inizio della prossima, sarà «tagliato» il 2008-09, molto favorevole ai nostri club, e le distanze quasi si azzereranno. Per essere più espliciti: se domani il Benfica perde con il Fenerbahçe, nella semifinale di Euroleague, si partirà da uno 0,8 di distacco. Cioè niente. Ma se i portoghesi si qualificano, e magari vincono la finale, si tratterà di millesimi. Con l’aggravante che, dal Porto in giù, le coppe sono prese sul serio fin dai preliminari estivi e quindi il coefficiente aumenta.
Retrocessione Non è una questione di posti nelle coppe, non ancora almeno. Abbandonate da tempo le prime tre posizioni del ranking (quelli che oggi assegnano a Spagna, Inghilterra e Germania 4 club in Champions), dal 4o al 6o posto è la stessa cosa: 3 squadre, 2 ai gruppi e una ai preliminari. Qui ci sono Italia, Francia e Portogallo. I guai seri cominciano dal 7o posto, che sarebbe una tremenda retrocessione economico-sportiva: un solo club ai gruppi, uno ai preliminari, cioè la fascia B d’Europa. L’Italia non ancora sul baratro: la Francia è distante, benché i quattrini del Psg in prospettiva possano impensierire. E l’Olanda, al 7o posto, è davvero lontana. Ma — più che l’Olanda — sono Russia e Ucraina, potenze emergenti con risorse finanziarie a noi sconosciute, a minacciare il futuro del ranking Uefa italiano.
Dieci anni di crisi Il 5o posto è comunque un segnale inequivocabile della crisi profonda. L’Inter e il Milan possono anche vincere una Champions, la Juve avvicinarsi alle grandi: ma è il movimento italiano che da almeno dieci anni non risponde. Né in Champions né in Europa League dove l’ultima semifinale risale addirittura al 2005 (Parma). Cifre impietose: appena 3 Champions e 2 Europa League vinte negli ultimi 17 anni. E pensare che dal 1986 al 1999 abbiamo comandato quasi ininterrottamente e che, dal 1985 al 2010, non siamo mai scesi sotto il 3o posto (che ormai significa 4 club in Champions). Nel 1985, prima dell’Heysel che segnò la fine del dominio inglese, l’ultimo 5o posto: stiamo tornando laggiù?
Teste di serie La crisi si riflette anche sulle fasce dei sorteggi. Non avremo teste di serie il 29 agosto, a Montecarlo, quando sarà disegnata la prossima Champions, a meno che l’Inter non riesca ad acchiappare incredibilmente il 3o posto in campionato: sarebbe allora in prima fascia grazie al suo coefficiente altissimo. Il resto dei nostri club, no. Milan in 2a, Juve tra la 3a e la 2a (più probabile), Napoli in 4a. E, sempre Inter esclusa, qualunque altra italiana sarebbe nell’ultima urna. Mentre la Germania, la nostra ex rivale diretta, sta avanti anni luce.